Masterpiece: l'Immoralità al Potere

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Il Format di RAI TRE ha trasformato gli scrittori in carne da macello. Ascolti bassi e niente pubblicità, eppure ha continuato ad andare in onda. Chi lo ha partorito? A chi serve? E poi nella quinta puntata Elisabetta Sgarbi si lascia sfuggire una battuta…
 

 

 

I nostri dubbi, riguardo alla possibilità di trasferire in un format televisivo l’esperienza creativa della scrittura, li avevamo espressi [in un precedente articolo]subito dopo aver assistito alla prima puntata della trasmissione, una data che risale ormaiweb-Materpiece1
alla notte dei tempi [18 novembre 2013].  E avevamo fatto anche di più definendo questo programma, che veniva lanciato come un Format innovativo di esclusiva creazione di RAI TRE, come "un segno del degrado culturale italiano"
, puntando il dito contro una colpa insopportabile: fare dei concorrenti "carne da macello".

Rilanciando questa opinione su alcuni social network eravamo stati fatti segno di giudizi irrisori e di critiche feroci da parte di chi salutava con giubilo l’ingresso in TV di uno spazio dedicato alla “Letteratura”.

Senza consumarci a difendere la posizione assunta, abbiamo atteso domenica 23 marzo 2014 quando abbiamo avuto una indiscutibile riprova che quanto avevamo espresso in prima battuta era, ahimè, non solo vero ma anche peggio di quanto descritto. 
Ma andiamo con ordine.

 

AUDIENCE

Per prima cosa, a cinque mesi dall’esordio, notiamo che questo Format innovativo non ha incantato i telespettatori italiani, anzi semmai li ha delusi, annoiati, tediati al punto di far loro cambiare canale. Non possediamo i dati dell’audience, che forse da qualche parte sono anche rintracciabili, ma disponiamo di una prova incontrovertibile: l’assenza di pubblicità. Se per la prima parte della messa in onda, quella trasmessa nel 2013, i commerciali dell’azienda RAI erano riusciti ad attrarre -con la celebre narrazione del “Format innovativo”- un piccolo gruppo di sponsor [qualche rara pubblicità era stata inserita], la messa in onda di questa seconda parte è del tutto priva di Spot. Non vi è un, sottolineiamo uno, solo minuto di pubblicità durante tutto l’arco di Masterpiece [che dura in media circa un’ora e mezza!]. Ora vi sfidiamo a trovare un’altra trasmissione -sia delle reti Rai sia di quelle commerciali- senza i tradizionali inserti pubblicitari. Da notare che non vi sono neppure Pubblicità progressotrailer relativi a trasmissioni della stessa azienda.

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Quindi il Format innovativo di Masterpiece si è rivelato un flop, peggio: un fiasco completo dal punto di vista ascolti.

Ma allora, come mai, sta continuando ad andare in onda?

Perché in un Sistema che non concede chance a chicchessia né seconde possibilità, accade invece che un completo flop continui ad essere trasmesso?
Già rispondere a queste domande, con onestà e logica, ci avvicinerà al Plot di questo nostro momento di riflessione sulla trasmissione.

 

LETTERATURA E TV: IL FORMAT

Gli Scrittori, perché tali sono a nostro insindacabile giudizio [pubblicati o meno], che sono stati selezionati in base ai manoscritti inviati hanno iniziato sin da subito a sfidarsi in prove di scrittura [???]. Questa, badate bene, era la formula innovativa del Format: portare il telespettatore all’interno della fucina creativa che dà vita all’opera di uno scrittore.

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Inutile ricordare che già dopo la prima puntata avevamo espresso le nostre perplessità a riguardo, e in questa parte conclusiva di Masterpiece quelle perplessità hanno trovato oltre che conferme, ulteriori riprove.

La “carne da macello” è stata usata in un modo a dir poco istrionesco da coloro che hanno ideato e gestito il programma, sino al limite della decenza. Abbiamo assistito a performance, in giro per Torino, durante le quali gli Scrittori dovevano trasformarsi, di volta in volta, in cabarettisti o in circensi, per allenarsi alle sfide che si sarebbero poi tenute in studio.

Le prove in studio… Apparentemente, potevano sembrare delle competizioni incrociate e casuali tra i concorrenti, ma al pubblico non è stato mai comunicato il criterio adottato. Era in base a un’estrazione che si stabiliva che Lilith Di Rosa doveva “scontrarsi” con Agnese Peretto?

E poi, scrivere in 140 caratteri [stile Twitter], con 3 minuti di tempo, il proprio epitaffio di tombeur de femme, secondo quale demenziale criterio dimostra che uno Scrittore è “più bravo” di un altro?

Eppure questa è stata una delle prove della quinta puntata, in base alla quale uno Scrittore è stato eliminato!

Per “prepararsi” ad un’altra prova abbiamo visto gli Scrittori costretti, in una storica piazza di Torino, a salire su uno sgabellino per arringare i passanti con una loro presunta “invettiva”, ingoiando –immagino- pudore e vergogna in parti uguali.

UN’OCCHIATA AI TITOLI DI CODA

Masterpiece è un produzione di RAI TRE e Fremantlemedia. 
E, vi chiederete voi, cos’è questa Fremantlemedia? Bene, La Fremantlmedia è una S.P.A, ed è una società di produzioni televisive che appartiene alla divisione di RTL Group [RTL Group è un gruppo lussemburghese creato nel 2000 a seguito della fusione tra la CLT-UFA e della società britannica di produzioni televisive Pearson TV.], la seconda più grande d'Europa dopo Endemol. 

La filiale italiana ha in Lorenzo Mieli il suo amministratore delegato.
E chi è Lorenzo Mieli? Of course… il figlio di Paolo Mieli, Presidente di RCS Libri.

Facciamo un’altra piccola indagine giornalistica.
Il libro vincente a Masterpiece sarà pubblicato in 100mila copie dall’editore Bompiani.
Chi è l’editore Bompiani?
La storia recente racconta che nel 1972, la proprietà della casa editrice è passata alla FIAT che con la finanziaria IFI (poi diventata Exor) ha acquistato la Sonzogno, la Fratelli Fabbri e la ETAS, per poi diventare dal 1990 il gruppo RCS, al quale appartengono anche la Sansoni, la Rizzoli, La Nuova Italia, la Marsilio Editori, l'Archinto e percentuali d'altre case editrici.

Per concludere, riportiamo quanto pubblicato da Wikipedia a proposito del Capitale di RCS Group,

con la dicitura: “Alla data dell'11 luglio, dopo la chiusura dell'asta dell'inoptato, il capitale RCS è suddiviso presuntivamente nelle seguenti quote:”

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[Cfr. voce su Wikipedia Italia ]

 

Sotto la dicitura “UN PROGRAMMA DI” leggiamo i nomi di :

Omar Bouriki [che è uno degli autori de Il Grande Fratello];

Edoardo Camurri [un autore che ha firmato numerosi programmi per la RAI, da Emozioni per RAI DUE a Mi manda Raitre per RAI TRE];

Giancarlo De Cataldo [ex magistrato, passato alla scrittura per aver pubblicato Romanzo Criminale (nel lontano 2002) e poi nient’altro che abbia varcato in modo altrettanto significativo le classifiche di vendita];

Tommaso Marazza [anche lui tra gli autori per RAI DUE di Emozioni che, per chi l’avesse perso, era un programma musicale che raccontava le vite di alcuni interpreti della musica italiana];

Giovanni Maria Tavanti [anche lui autore de Il Grande Fratello… sic!]

Michele Truglio [che su Linkedin si qualifica come: Autore, Regista, Capo Progetto presso Verve Media Company, con la quale nel 2012 aveva prodotto, per RAI TRE , la fiction Sirene.]

 

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Tutti accreditati professionisti della cultura...

SCOPO DI MASTERPIECE

Fin dal lancio del programma si è battuto molto sul “premio in palio” per il vincitore: la pubblicazione da parte di Bompiani del romanzo con una tiratura da 100mila copie.

Al che uno potrebbe commentare: Però brava la Bompiani!

Ma forse in molti abbiamo smesso da tempo di credere in Babbo Natale e nella Fata dai capelli turchini, e quindi ci poniamo subito un’altra domanda: cui prodest? ovvero a chi giova?

Visto che per salvarne uno, se ne sono massacrati con la prima selezione circa 4930, poi dei restanti 70 solo 12 sono stati ammessi al massacro finale di queste settimane… noi non crediamo affatto che questa trasmissione tv sia stata pensata per una reale passione per la letteratura [come strombazzato sulle cartelle stampa per il lancio di Masterpiece] né tantomeno per gli Scrittori, che sono stati strumentalizzati fino alle lacrime conclusive degli espulsi per motivi di copione.

Vergogna!
E allora?

In tempi di vacche magrissime per tutti, figurarsi per l’industria editoriale che da noi non ha mai goduto di vacche grasse… In tempi di avvento dell’editoria digitale che le case editrici italiane, nella quasi totalità, hanno tentato di affossare e cancellare in ogni modo, risultando poi in ritardo e fuori mercato nel momento in cui Amazon ha deciso di iniziare a lanciare i suoi prodotti sul nostro mercato…

C’è da chiedersi se una forma di pubblicità affidata, in modo tortuoso e subdolo, a un canale televisivo pubblico (RAI TRE), sia da considerarsi una pratica Etica o meno, se non si possa invece considerare una forma sleale di concorrenza ai danni delle altre case editrici non coinvolte nel pateracchio Masterpiece

C’è da dire, a proposito delle altre case editrici nazionali, che abbiamo notato una evidente joint venture con il Gruppo Mondadori capitanato da Marina Berlusconi, visto che una dei giudici è Taiye Selasi, nuova autrice edita da Einaudi [acquistata nel 1994 dal Gruppo Mondadori] e che ha casualmente invitato per ben 3 volte Luca Bianchini, scrittore di punta del genere Rosa d’autore dell’azienda di Segrate. Anche l’unico successo degno di nota di Giancarlo De Cataldo [giudice oltre che autore per Masterpiece] Romanzo Criminale, da notare, era stato edito dalla Einaudi, come anche l’ultimo: Suburra.giuria-coach-editor

Che dire poi sul terzo giudice, Andrea De Carlo, che lega la propria fama di scrittore agli ormai storici Treno di panna (ed. Einaudi 1981) e Due di Due (ed. Mondadori 1989), prima del passaggio alla Bompiani, dove nel corso dei decenni è andato via via esaurendosi la vena del suo successo, fino a quel Villa Metaphora (ed. Bompiani 2012) opera non compresa dal pubblico italiano… Per inciso, viene da chiedersi se il livore manifestato verso i concorrenti proprio dal giudice De Carlo [arrivato al punto di spingerlo a fare a pezzi gli scritti di questi] sia l’ovvio e umano frutto della frustrazione di uno scrittore dimenticato dal suo pubblico. Non sappiamo, valutate voi…

Dunque, a ben considerare i molteplici elementi dell’affaire Masterpiece, non a caso sorge il motivato sospetto che a dar vita a Masterpiece sia stato un intento che ben poco aveva di culturale e di amore per la letteratura, e invece molto di azione pubblicitaria, opportuna e interessante per i numerosi attori chiamati a ricoprivi un ruolo o anche una semplice e modesta comparsata.

EDITOR & FACTORY

A rendere perlomeno plausibile tutto il bailamme costituente Masterpiece, a qualcuno è venuta la geniale idea (temo mutuata dal Format de Il grande Fratello), di corredare la seconda parte del programma, quella andata in onda nel 2014, di una sorta di Factory, una specie di Fabbrica nella quale coloro che erano definiti di volta in volta gli Scrittori o gli Aspiranti Scrittori [senza che l’una o l’altra definizione si fondasse peraltro su una qualche concreta ragione] sono stati collocati.

In questa Factory, oltre alla “carne da macello” abbiamo visto comparire la figura di un coach, nella persona di Massimo Coppola (anche lui uomo versatile, autore televisivoeditore e regista) e quella di Alberto Cristofori, editor di fiducia della Bompiani.

Del prodotto generato in questa Fabbrica non è dato sapere nulla. Ai telespettatori al massimo è data notizia dei rapporti che intercorrono tra l’Editor Cristofori e gli Scrittori, se questi fanno o meno resistenza al suo editing collaborativo, e come le previsioni e i giudizi (buttati giù senza alcuna umana misericordia) sui concorrenti in gara da Massimo Coppola si rivelino il più delle volte errati quando non addirittura superflui e di parte.

E pensare che, per sostenere la menzogna iniziale, quella della Passione per la Letteratura, il giudice De Cataldo ad ogni piè sospinto non fa che ripeterci (immaginando di influenzarci): “però il livello della loro scrittura è molto migliorato!”

Abbiamo assistito, impotenti, al drammatico tentativo di quanti hanno cercato di opporsi alla “Livella Cristofori”, a chi, come Raffaella Silvestri, rifiutava di incasellare il proprio romanzo nel genere scelto dall’Editor che si ostinava invece a definirlo un 3concorrenti
Rosa d’autore. Abbiamo visto il fragile e sensibile Lilith Di Rosa gettare la spugna una prima volta di fronte alla linea scelta dall’Editor per il suo romanzo e poi, ancora peggio, ascoltarlo dichiarare la propria rinuncia al sogno di scrivere mentre lasciava il gioco di Masterpiece a seguito della sua espulsione.

Quello che abbiamo capito è che i poveri Scrittori, come spesso purtroppo accade, non potevano definirsi tali senza l’intervento divino dell’Editor di casa Bompiani, e dato che come in analoghi Format (tipo Il Grande Fratello) alla fine tutti sono armati contro tutti [stile Homo homini lupus], i più furbi hanno chinato la testa, asserito agli ordini imposti e sono rimasti, mentre gli altri si sono predisposti all’espulsione, ma nessuno si è ribellato. Solo qualche bofonchio di poco conto.

L’APOTEOSI DELL’IMMORALITA

L’apoteosi dell’immoralità: a questa abbiamo assistito a conclusione della puntata andata in onda domenica 23 marzo 2014, quando -come sempre a conclusione del torneo- abbiamo seguito la performance di Elisabetta Sgarbi (degna sorella del già celebre e intemperante critico Vittorio) direttrice editoriale di Bompiani.

La signora, calante come un’erinni su ogni fine-trasmissione, domenica 23 marzo ha preteso la testa di Federica Lauto, colpevole di aver scritto un testo senz’altro migliore di quello di un altro concorrente, certo Stefano Bussa.

È bene notare che anche a conclusione di questa quinta puntata vi dovevano essere 2 espulsi, ma l’imprevedibile gioco del destino, al quale neppure i più scaltri autori possono sottrarsi, ha fatto sì che il sopracitato Stefano Bussa finisse un’altra volta 4concorrenti
in fase pre-eliminatoria, insieme a due concorrenti che stando alle prove trasmesse erano senz’altro migliori di lui. Attenzione qui non stiamo affermando una graduatoria in base alle rispettive capacità letterarie dei concorrenti citati (non avendo letto i romanzi con i quali sono stati ammessi a Masterpiece), ma stiamo facendo riferimento alle capacità dimostrate nei cosiddetti “giochi o prove” del programma.

Letti gli scritti è risultato evidente, anche al meno smaliziato che sia Lorenzo Vargas che Federica Lauto avevano prodotto un testo di qualità senz’altro migliore rispetto al Bussa.

Panico!

Già, perché questo signor Bussa [recuperato dagli esclusi dopo la prima fase da De Cataldo, e poi a rischio espulsione ad ogni puntata della seconda fase] è stato poi miracolosamente rimesso in gioco. E ieri sera, la signora Sgarbi (improvvida gaff!) si è lasciata scappare, durante il concitabolo pre-espulsione, che quello di Stefano Bussa era uno dei tre migliori romanzi in gara.

Ahhhhhhhhhhhhh!!! E volevamo ben dire noi!!!

O.K. allora si è iniziato subito a cambiare il regolamento precedentemente dichiarato: a conclusione della quinta puntata gli espulsi non sarebbero più stati due, ma solo uno.

Ma quest’uno, che certo non poteva essere l’autore di uno dei tre romanzi migliori in gara, andava identificato negli altri concorrenti: Lorenzo Vargas e Federica Lauto.

Senza pietà e secondo il più immorale dei comportamenti, la mannaia si è abbattuta su chi tra i due era appena il più fragile, chi durante la passata settimana (stremata e in crisi di identità) aveva minacciato di lasciare il gioco, costringendo il coach Coppola a un surplus di lavoro per convincerla a restare: Federica Lauto.
L’abbiamo vista uscire nel buio umido della notte torinese con le lacrime agli occhi, l’abbiamo ascoltata borbottare due parole dieSgarbi5
commiato, e abbiamo deciso che a tutto deve esserci un limite.

C’è da chiedersi allora il significato di queste “prove”, se non sarebbe stato più onesto e trasparente indire un concorso Bompiani, far inviare i dattiloscritti presso la sede della casa editrice e lasciare che la signora Elisabetta Sgarbi e il signor Alberto Cristofori, suo Editor, selezionassero tra i pervenuti quello da pubblicare.

Se i risultati di quelle inutili e macchinose “prove” cui abbiamo assistito non servono a valutare i concorrenti, ma qualcuno –più in alto- ha già scelto ”i migliori tre”, perché dar luogo a questo circo mediatico?

O forse si sperava in un audience grandioso, in grado di catalizzare l’attenzione degli italiani su questo innovativo Format televisivo, e quindi di godere, per la vendita del romanzo vincitore, di un’onda lunga di notorietà garantendo la vendita e quindi lo smaltimento delle 100mila copie promesse in stampa?
A questo punto della storia, vista la rapidità con la quale si sono modificate regole e norme del “gioco”, c’è da chiedersi se il premio in palio resterà lo stesso o se il numero di copie stampate, del romanzo vincitore, subiranno nell’oscuro segreto della tipografia, inevitabili e necessarie riduzioni.

CONCLUSIONI & SCOMMESSA

Già, nella vita dovrebbe esserci un limite all’indecenza… Ma esistono più limiti nella società di questo tempo?

Limiti all’indifferenza come alla violenza, limiti all’immoralità e all’egoismo, allo sfruttamento e alla mistificazione?
No.

E allora se questa è l’aria che tira, se per nessuna forma di immorale violenza può esserci un limite, perché qualcuno dovrebbe chiederlo per una trasmissione tv? Per i sogni infranti di giovani o vecchi Scrittori, strumentalizzati e messi uno contro l’altra pur di dare seguito a un sogno, un sogno che alla fine non sarà più neppure tale, tanto il prezzo pagato e le modifiche imposte lo avranno frantumato, cristallizzato, polverizzato…

Gli uomini e le donne, i vecchi e i giovani che lasceranno gli studi di Torino dopo aver partecipato a Masterpiece saranno diversi, purtroppo, da coloro che appena qualche mese fa inviarono il loro manoscritto per le selezioni. Peggiori, intendendo con questo persone smaliziate e deluse, un po’ più ciniche e soprattutto persone cui un gruppo di loro simili, per business e quindi per soldi, avranno annientato senza pietà un sogno.

Vergognatevi carissimi Elisabetta Sgarbi, Lorenzo Mieli, Massimo De Cataldo, Andrea De Carlo, Taiye Selasi, Massimo Coppola,Alberto Cristofori, Omar Bouriki, Edoardo Camurri, Tommaso Marazza , Giovanni Maria Tavanti, Michele Truglio nonché  Annamaria Catricalà (capostruttura RAI) e, non ultimo, Andrea Vianello (Direttore di RAI TRE).

Abbiamo voluto ricordare, uno ad uno i vostri nomi, perché sul vostro operato non cali il velo pietoso dell’oblio, non lo meritate. Semmai, al contrario, noi ci auguriamo che il vostro malaffare sia nella memoria di molti e per lungo tempo.

Agli Scrittori, che in ogni fase hanno partecipato con i loro scritti e il loro sogno a Masterpiece va, invece, il nostro più sincero augurio: nulla può togliere loro la stima che nutrono e nutriranno in se stessi, mai, e soprattutto non un’accolita di personaggi che sotto il paravento della Cultura hanno tentano di alimentare il loro Business e/o i loro interessi personali.  
Flaminia P. Mancinelli

Nota

Per chi è interessato a rivedere le puntate della trasmissione, in questi giorni sono visionabili sul sito online di Masterpiece, ma non posso garantirne la presenza in futuro. Analogo discorso per i materiali pubblicati che vengono via via cancellati dai responsabili del sito. Scomparse foto e biografie degli autori che sono stati eliminati, come non fossero neppure mai esistiti (…sic!...)

 

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