Scrivere per lavorare, lavorare per vivere

logo-caro-futuroGino Roncaglia e Mauro Sandrini spiegheranno come è ancora possibile vivere sfruttando la propria passione per la scrittura: venerdì 7 febbraio alle ore 17 al Caffè Letterario di Roma.
Partecipare non costa nulla.

 

L’editoria tradizionale non sembra più in grado di garantire il lavoro a chi ce l'aveva e ancor meno di offrire prospettive a chi vi si affaccia. Ma ci sono altre possibilità per chi non rinuncia alla propria passione, al proprio talento. Gino Roncaglia e Mauro Sandrini ne sono convinti e spiegheranno come è possibile nel corso dell’incontro gratuito che si terrà a Roma, venerdì 7 febbraio alle ore 17 al Caffè Letterario. 

La conversazione è parte di Caro futuro ti scrivo, un serie di appuntamenti per i professionisti della scrittura organizzati dalla Self Publishing School che si terranno a Roma il 7 e 8 febbraio al Caffè Letterario.

Scrivere per lavorare, lavorare per vivere è il titolo del manifesto che Mauro Sandrini ha preparato per spiegare la sua tesi e che si può leggere integralmente nel sito della Scuola.

Per Sandrini, la ragione è solo una: la scrittura è il mezzo che accompagna e permette l’evoluzione sociale in ogni passaggio, sopratutto in quelli più difficili. I due relatori spiegano, inoltre, che da cinquecento anni in qua - ovvero da quando esiste la stampa - ogni rivoluzione è avvenuta grazie alla diffusione di tanti piccoli e preziosi fogli, pamphlet e manifesti che hanno permesso la diffusione delle idee e l’aggregazione delle comunità tramite lo scrivere. Oggi ogni lavoro è al centro di una evoluzione-rivoluzione: una cruna che è necessario attraversare sul lavoro, ma non da soli.

Ma cosa serve per iniziare? Secondo Mauro Sandrini, gli ingredienti sono solo tre: il know how, la determinazione e la passione. E leggendo attentamente il loro manifesto, ci si accorge che al primo posto pongono la passione, anche se il più sbandierato dai professionisti dell’innovazione è il know how.

E poi evidenzia in più passaggi che è indispensabile appartenere a una comunità. Scrive infatti: “Essere accolti da una comunità - e darsi da fare per trovarne una - è il punto di svolta. Può essere una comunità di lettori, di scrittori o più semplicemente di clienti (è il mercato bellezza!).
La comunità è quella che moltiplica la nostra determinazione e l'efficacia nel perseguire gli obiettivi professionali che ci diamo. Ci aiuta nell'individuare gli errori e nel promuovere il nostro lavoro. Scrivere è come cucinare: scambiamoci le ricette”.

Inoltre Sandrini ribadisce un concetto molto rivoluzionario: scrivere per cambiare il mondo.
Ma sottolinea che deve essere una scrittura di qualità, aggiungendo che un libro, oggi, ha senso esclusivamente se è capace di cambiare la vita di chi lo scrive e di chi lo legge. È questo quel che serve nella vita quotidiana e in quella professionale, è questo quel che molti non sospettano neppure esistere, ma sobbolle tra le maglie della rete e che mette, nelle mani di chi vuole intrecciare la propria tela, gli strumenti più potenti a disposizione a poco prezzo sugli scaffali dell’innovazione.

Insomma, credo che, per chi lo può fare, sia interessante partecipare alla conversazione del 7 febbraio che, ripeto, è gratuita. Chi lo desidera e ne ha la possibilità può anche iscriversi al workshop a pagamento che si terrà l’8 febbraio. Costi e modalità di partecipazione al workshop a pagamento sono disponibili sul sito della Self Publishing School.

Gino Roncaglia è ricercatore in Filosofia presso l'Università della Tuscia e da diversi anni divide i suoi interessi fra la storia della logica e i fenomeni dell'innovazione digitale applicata agli ebook. È autore de "La quarta rivoluzione".

Mauro Sandrini è ingegnere e sociologo e si occupa dell'innovazione digitale da molti anni. È fondatore della Self Publishing School e autore del libro "Elogio degli e-book".
Marinella Zetti

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