Orient

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Il nuovo romanzo di Christopher Bollen si focalizza sulla provincia americana. Così lontana ma così simile anche a quella italiana. E sul sottofondo gli strani omicidi e la ricerca del colpevole.

 

Edito da Bollati Borighieri, Orient è l’ultimo romanzo di Christopher Bollen. Quando ho iniziato a leggere ero molto curiosa, ero stata colpita dalle recensioni pubblicate dai giornali americani, in particolare quella del Los Angeles Times: «Orient è al contempo thriller e alta letteratura. Ricco di digressioni, di analisi anche sociologiche e di momenti introspettivi dei protagonisti. Un equilibrio che trascende le convenzioni di genere.» Poi era un tomo di 688 pagine e io amo i “mammozzoni”, soprattutto quando entro in sintonia con la storia. E la sintonia è nata già dalle prime pagine, con i personaggi e con l’autore. Mi ha colpito la sua scrittura raffinata ma facile da seguire. Vi assicuro che non è così automatico. E i personaggi così veri, ma non scontati e banali.

Solo per farvi entrare nell’atmosfera, vi dirò che Orient è un piccolo paese sulla punta del North Fork di Long Island, meno famosa del South Fork negli Hamptons dove hanno casa orienttutti i ricchi newyorchesi. Una cittadina di provincia dove gli abitanti vivono felici e sereni. Ma non tutto è come appare, soprattutto perché alcuni artisti della Grande Mela vi hanno acquistato la casa e hanno diffuso la voce di questa oasi di pace a pochi chilometri da New York. Inevitabilmente arrivano altri artisti che, con le loro feste e il loro modo di vivere, sconvolgono il tran tran quotidiano.

A Orient si conosco tutti e si vogliono bene. Almeno in apparenza, perché tutti sappiamo cosa accade nelle città di provincia.
E quando Paul Benchley decide di ospitare Mills, un ex vagabondo ed ex tossico, i suoi concittadini non sono d’accordo. Il ragazzo diventa immediatamente il diverso, un pericolo per tutta la comunità. E con il suo arrivo iniziano anche le strane morti che presto si riveleranno omicidi.

Non vi racconterò altro sulla trama. Invece, mi piace attirare la vostra attenzione sulla descrizione della provincia americana, così lontana e così simile a quella italiana. Pettegolezzi, piccole e grandi bugie, segreti, invidia, avidità, Bollen è bravissimo nell’accompagnarci alla scoperta di quanto si nasconde in quelle case e in quei vicini così sorridenti. Ci sono gli omicidi di sottofondo, c’è un assassino da catturare, ma vi assicuro che la nostra attenzione si concentra su quanto avviene dentro le abitazioni e tra i cittadini. Tutti i personaggi sono ben delineati e stimolano nel lettore la voglia di saperne di più. Io mi rendevo conto che desideravo riprendere la lettura per capire cosa sarebbe accaduto a Beth, Gavril, Bryan, Luz e agli altri abitanti.
Ma non è tutto. Il romanzo è costruito e si svolge su piani paralleli in modo tale da sparigliare sempre le carte, creando una crescente tensione.

Non posso far altro che concordare con il giornalista del Los Angeles Times e consigliarvi la lettura di Orient.
M.Z.

 

Chi è Christopher Bollen
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Collabora con la rivista «Interview». Autore di Lightning People (2012) e The Destroyers (2017), i suoi testi sono apparsi su «GQ», «The New York Times», «Believer» e «Artforum». Vive a New York.

 

 

 

 

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