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La costola di Adamo

 

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Successo di vendita e serie tv le motivazioni alla lettura dei romanzi di Antonio Manzini. Primo approccio positivo nonostante qualche problema di scrittura o di editing.

 

Ho deciso di leggere i romanzi di Antonio Manzini per preparami alla visione delle serie Tv che andrà in onda su Rai2 dal 9 novembre. Mi piace molto confrontare la versione scritta con quella televisiva. Vedere i personaggi, immaginati nella mia lettura solitaria, improvvisamente prendere vita e muoversi è molto stimolante. Ovviamente mi interrogo sulla scelta degli attori e non sempre concordo con il regista.
Indubbiamente ha contribuito anche il successo di vendita.

Il primo approccio con Rocco Schiavone è stato positivo. Il vice questore è un po’ sopra le righe e forse per questo mi ha suscitato una reazione di simpatia.
Proprio il suo modo di essere e di fare, secondo me, ha creato qualche problemino alla Rai. Non voglio anticipare nulla, ma c’è una piccola abitudine di Schiavone che credo sarà difficile proporre in prima serata. Staremo a vedere.

Un personaggio mi ha colpita per la sua umanità, è Alberto Fumagalli. L’anatomopatologo ha un rapporto molto singolare con i morti. Per lui non sono cadaveri a cui praticare l’autopsia, sono molto di più.
E Rocco Schiavone non lo capisce.
Il vice questore è un po’ cinico. “La vecchiaia è la vendetta dei brutti. Perché è quella passata di vernice che ammazza tutta la bellezza e riduce a zero le differenze”. Semplificando, potrei affermare che in questa frase è racchiusa l’essenza del pensiero di Rocco Schiavone.
Anche il suo rapporto con le donne farà arrabbiare qualche spettatrice. Ma aspettate a giudicare, non siate superficiali.


Senza raccontarvi nulla, lo sapete che non faccio il riassunto, vi posso dire che c’è sempre un sottofondo di tristezza; complici anche il freddo, la pioggia, la neve che per un romano sono difficili da digerire.
Del resto La costola di Adamo è un noir e quindi non può essere pervaso di buonismo.

Un neo? Poca attenzione alla punteggiatura e qualche scivolone di grammatica e sintassi. E questo da un editore “blasonato” come Sellerio non me lo sarei aspettato.

 

 

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