Cleoth e Arkh: un amore al tempo dei Tolomei

Pubblicato in Recensioni

Cleoth-Arkh
Un romanzo che davvero si vorrebbe continuare a leggere, che troppo presto arriva a termine.

Finite le ultime pagine rimane solo una domanda: a quando il seguito?

 

L’ennesimo romanzo ambientato in Egitto? L’autore ha voluto vincere facile?

No.

Per prima cosa c’è da dire che proprio l’Egitto è protagonista della narrazione, ma non da solo. Con lui c’è uno dei personaggi più misteriosi che la storia ci abbia tramandato: Archimede di Siracusa. È lui che si cela sotto quell’Arkh e che, per Bertoni, fu compagno nell’Egitto del II secolo a.C. della sacerdotessa di Iside, Cleoth.

Il racconto ci conduce in un tempo nel quale si consumano gli ultimi sprazzi di quella civiltà millenaria che tutti abbiamo ammirato e imparato ad amare, durante il regno dei Tolomei, ad appena un soffio dalla definitiva conquista da parte diBertoni-Sergio
Roma. È particolare, quindi, l’accurata descrizione di usanze e tradizioni. Sergio Bertoni, che deve a lungo aver studiato quel tempo, ha la capacità di strapparci al nostro presente tecnologico per portarci là, dove tra palmeti e templi si riesce persino a considerare superfluo l’uso del cellulare.

È un processo lento quello di andare controcorrente, di lasciare la modernità per avventurarsi nelle pieghe del tempo fino a quei giorni nei quali Archimede camminava su questo stesso pianeta. Archimede, uno dei personaggi che ho più amato, forse anche a ragione del mistero che ha sempre circondato quella sua figura di ricercatore, di scienziato creativo. Lo Storico Diodoro Siculo fa cenno a una permanenza di Archimede in Egitto e questo è bastato al nostro autore per sbrigliare la sua fantasia, e bene lo ha fatto mettendo accanto a lui la figura di Cleoth, disegnata con abilità sulle immagini che da sempre l’Egitto ci ha tramandato delle sue sacerdotesse dedite a quei culti misterici e mitici che da secoli continuano ad affascinarci. Sullo sfondo la meravigliosa biblioteca di Alessandria, con i suoi volumi che poi andarono irrimediabilmente perduti. Ma tanti sono i luoghi descritti con maestria, dall’immenso faro che svettava dal porto – una delle Sette meraviglie, alla città perduta del faraone eretico Akenaton, scenari perfettamente tratteggiati perché tra di essi, poi, potesse vivere la storia immaginaria dei nostri protagonisti, Cleoth e Arkh, il loro coinvolgente amore.

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Qualcuno, peccando di superficialità, potrebbe definire questo romanzo un Fantasy. Ma né i passaggi segreti, che misteriosi sacerdoti percorrono, né le comparse di demoni o ombre di spiriti malvagi hanno una neppure vaga somiglianza con gli archetipi di quel genere narrativo. Sergio Bertoni li ha prelevati dai miti dell’antico Egitto, dalla sua religione, per portarli a noi così come l’immaginario dei popoli in quel tempo li aveva vissuti.

È allora un romanzo storico?  Neppure, anche se dalla storia attinge con cura e amore. La storia, quella vera, di Archimede è probabilmente molto meno affascinante e il suo destino, meno felice di quello cui va incontro Arkh con l’amore della sua vita, Cleoth, ma ogni passo del racconto ha una verisimiglianza che lo rende prezioso.

… perché, in fondo, se non avessimo l’immaginazione e l’amore che sarebbe della nostra misera vita?
F.P.M. 

Cleoth e Arkh:
Magia, amore, mistero, avventure, storia e guerre nell'antico Egitto dell'era di Tolomeo. 

di Sergio Bertoni

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