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Impressioni di lettura: "Le Nuvole non si fermano mai" di Flaminia P. Mancinelli

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O.k., sapevo che l'autore di questa recensione stava leggendo il mio romanzo...

poi mi ha detto via chat che gli era "piaciuto",
ma questa sua "recensione" mi ha regalato una felicità ribelle

 (copyright Mario Pacchiarotti, Pagine sporche)

Impressioni di lettura:
"Le Nuvole non si fermano mai" di Flaminia P. Mancinelli

Tante volte mi sono trovato a pensare che ognuno di noi, esseri umani, è in qualche modo un pezzo unico, irripetibile. D'altra parte e nonostante questa unicità, ci si trova spesso a constatare quanto in realtà siamo simili tra noi. Mario-Pacchiarotti

Le esperienze che facciamo, tanto per cominciare, spesso ci accomunano. Alcune in modo speciale. Il dolore, la malattia, la gioia, sono sentimenti che ognuno di noi può provare e che pur vissuti in infinite sfumature diverse, ci avvicinano.

Nel parlarvi di questa mia ultima lettura, infilata al volo (ma con amore) nelle giornate dedicate a tutt'altro libro, il senso di vicinanza ai personaggi, e quindi all'autrice, è tra tutti i sentimenti quello che meglio rappresenta la mia esperienza nel leggerlo.

Potrei pensare che il cuore mio e di Flaminia battono lo stesso tempo, ma anche così fosse, tendo a non credere alle coincidenze e penso invece che i temi toccati da questo romanzo siano qualcosa che accomuna molte persone, forse tutte quante. I sentimenti che proviamo davanti alla morte di un caro, di fronte all'amore, alla solitudine, sono profondamente umani e ci caratterizzano tutti. Le differenze stanno più in come li esterniamo, come li superiamo, o non li superiamo, che nella loro natura.

Non c'è solo il lutto e la sua elaborazione in questo romanzo, ci sono tanti altri sentimenti in cui facilmente ci si può riconoscere. Temi come l'amore, quello che non imbriglia e quello che lo fa, quello che viene messo alla prova dagli eventi e magari a volte può essere persino inadeguato, magari senza colpe; l'amicizia, quella che si preoccupa ma non costringe; il dolore di essere emarginati, la paura di essere sbagliati, tante altre cose in cui mi sono ritrovato, tante pagine su cui mi sono soffermato. Stento quasi a credere che in un volume di queste dimensioni ci sia così tanto, eppure...

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Leggendo ho avuto la sensazione di ritrovare in ogni personaggio un pezzo dell'autrice. Come se lei fosse un prisma illuminato da una lama di sole, che si spezza in mille raggi colorati, ognuno che va a nutrire un personaggio, una situazione. Sento che è così, credo che questo sia in qualche modo giusto, appropriato.

Questo è un libro che può farvi provare dolore. A me è accaduto, in certi momenti. Ma ha anche la forza di guardare avanti, oltre. Anche se oltre forse non c'è niente.

Molte volte mi sono ritrovato a spiegare come sia possibile per uno come me che non crede nell'aldilà, guardare alla morte senza provare disperazione. Eppure è così, nonostante non ci sia per me nessuna promessa di una vita ultraterrena, vivere rimane bellissimo e morire, il più tardi possibile per carità, semplicemente un epilogo inevitabile. Tanto vale allora vivere meglio che si può, sperando di lasciare una traccia, un ricordo, un karma positivo.

Non vi ho detto niente della storia, la sinossi credo dica abbastanza, così niente altro vi dirò. Credo che sia uno di quei libri che possono lasciare un segno in chi li legge, vi basti sapere questo, perché in fondo solo questo è importante.

Voglio chiudere con un piccolo scherzo, ma neanche tanto, una cosa a cui ho pensato quando ho finito la lettura: non servono anni, storie eclatanti e quasi irreali, volatili, quadri e 892 pagine per scrivere qualcosa che tocchi il cuore.

Il libro è disponibile sulla maggior parte degli store, così come direttamente dal sito del Nido della Fenice.
Mario Pacchiarotti 

(copyright Mario Pacchiarotti, Pagine sporche)

Pagine Sporche 


 

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