Qui Siria. Clandestina ritorna a Damasco

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L’e-book di Antonella Appiano è il diario dei viaggi della giornalista e non solo. Vi proponiamo un’intervista con l’autrice e un video nel quale spiega la situazione di un Paese in costante mutamento e di cui abbiamo un’informazione incompleta e frammentata.

 

Antonella Appiano era in Siria, a Damasco il 17 Marzo 2011, quando avvennero le prime manifestazioni contro Bashar. Nonostante il divieto di ingresso per i giornalisti stranieri, Antonella riesce a restare in Siria per quattro mesi sotto copertura. Nei due anni seguenti l'autrice torna in Siria altre quattro volte. L'e-book Qui Siria. Clandestina Ritorna a Damasco - edito da Quintadicopertina- è il diario dei viaggi che Antonella Appiano vive, cambiando di volta in volta identità, per andare personalmente dove i cittadini siriani vivono la rivolta in corso. A volte come giornalista embedded, altre sotto la copertura di studiosa, non si accontenta di un racconto per sentito dire, ma viaggia di città in città, da Damasco ad Aleppo, per capire quali siano le forze in gioco, dove stia nascendo questa rivolta e chi ne muova più o meno occultamente le fila.

L'e-book non solo include fotografie inedite scattate dall'autrice e i collegamenti ai video YouTube che le inviano gli amici siriani, ma si arricchisce di glossari, schede di approfondimento e timeline interattive che permettono di navigare il testo e muoversi tra il racconto e i materiali di studio inclusi nel testo. Un indice analitico ipertestuale e mappe interattive della Siria, del Medio Oriente e di Damasco permettono di capire meglio il coraggioso viaggio della giornalista.
Il saggio è disponibile sul sito dell’editore e nei negozi di vendita online.

Per comprender meglio, vi proponiamo un video e un’intervista ad Antonella Appiano.

L’intervista

D. Perché ti sei avvicinata alla Siria?antonella-appiano-
R. Come giornalista mi occupo di Medio Oriente e la Siria è un Paese che ho sempre amato e studiato. Un Paese affascinante perché chiuso, misterioso, di difficile accesso a causa del regime. Ci ero stata più volte, sempre con visto turistico, senza accredito giornalistico (per non essere segnalata) negli anni passati. Agli inizi di  marzo 2011 sono entrata come studiosa. Volevo davvero documentarmi sulla condizione  delle donne siriane e sulla tratta delle irachene. Mi ero messa in contatto con un Osservatorio dei diritti delle donne e avevo ottenuto il permesso di compire un viaggio attraverso il Paese, insieme alle volontarie, per raccogliere testimonianze. Ero comunque anche curiosa di capire che cosa avrebbe potuto succedere nel paese, dopo le rivolte in Tunisia e in Egitto. Comunque, il viaggio con le volontarie non l’ho
mai fatto. Il 15 di marzo 2011, a Daraa sono scoppiate le prime rivolte. E io sono rimasta in Siria per seguire gli avvenimenti.

 

D. Tu parli della Siria come di un caleidoscopio, cosa significa?
R. E’ una immagine “letteraria” che uso spesso. Perché in Siria gli eventi erano e sono in continua evoluzione. Come in un caleidoscopio le figure geometriche mutano e cambiano colore e forma senza mai ripetersi, così avviene in Siria. Ma è un concetto comprensibile solo se si analizzano le fasi della crisi siriana, come spiego in una delle tante schede presenti nell’e-book Qui Siria. La situazione in Siria è in continuo mutamento perché sono intervenuti, via via, molti fattori.

D. Tu sostieni che in Italia sulla Siria viene data un'informazione incompleta, quali sono i motivi?
R. I motivi sono tanti. La difficoltà, fin dall’inizio, che hanno avuto i giornalisti ad ottenere i visti. E ora, la difficoltà di stabilire contatti sicuri se un reporter vuole entrare, senza visto del regime, dalla frontiera nord, dalla Turchia controllata dall’Esercito Siriano libero, ma in questa quinta fase, anche a formazioni jihadiste. Il fatto che molti reporter sono entrati nel Paese solo durante la seconda fase, quella della lotta armata quando le rivolte pacifiche, represse con violenza sono scivolate appunto nella lotta armata. Oppure durante la fase della guerra civile, latente alla fine del 2011, esplosa nel 2012, insieme al potenziarsi del conflitto armato incrementato dalle ingerenze straniere. Senza magari conoscere il Paese. L’informazione risulta quindi frammentata, manca di una visione d’insieme. Aggiungiamo la scarsa attenzione dei  mass media italiani per l’estero e la crisi dell’editoria che sta limitando le “missioni” degli inviati a causa dei  costi. E la propaganda di tutti gli schieramenti in gioco.

D. Com'è la situazione attuale in Siria?
R. Senza dubbio caotica. Tutti pensano di vincere. Nessuno è disposto a gettare le armi. Il Paese è diviso in zone controllate da Bashar al Asad, zone controllate dall’Esercito Siriano Libero, altre da gruppi jihadisti, altre ancora dai curdi. Le alleanze tra le diverse fazioni mutano spesso seguendo il flusso di armi o denaro. Si è aperto anche un terzo fronte, una guerra per il controllo del territorio, fra gruppi armati jihadisti, legati ad al- Qaida, come l’Isis, (Stato Islamico dell’Iraq e del levante) e l’Esercito Siriano libero. Sul terreno di battaglia, tutto è fluido e gli eventi si succedono rapidi. E’ come guardare le sequenze di un video ad alta velocità. In questi giorni per esempio l’esercito regolare siriano aiutato dalle milizie sciite degli Hezbollah libansi ha ripreso il controllo di Yabrud, ex roccaforte dei ribelli e del villaggio di Ras al-Ain, nella zona montagnosa del Qalamoun, vicino al confine con il Libano.

D. Il tuo libro ha un approccio divulgativo, quindi affronti l'argomento da diverse angolazioni, quali?
R. Credo che in Italia la conoscenza dei paesi arabi sia limitata, spesso confusa. Sulla Siria ancora di più. Manca una comunicazione rigorosa ma nello stesso tempo fruibile e continuativa. Ho cercato appunto di raccontare la storia dall’inizio, seguendo una narrazione lineare ma arricchendola di schede di approfondimento, di mappecover-qui-siria-big interattive, di una timeline. Come reporter e giornalista specializzata in Medio Oriente e Islam, il mio obiettivo è quello di essere chiara, di arrivare al pubblico non specializzato che ignora tematiche così complesse come la guerra siriana.
Con Qui Siria ho cercato di rendere l’argomento accessibile, scorrevole, pur rispettando il rigore scientifico. Certo per realizzare questo tipo di libro, è necessario l’ipertesto del digitale. Scrivendo l’e-book  ho pensato ai miei lettori. Alle domande che ricevevo via email, su Facebook. Ho pensato agli studenti. A come coinvolgerli con uno strumento accattivante, accessibile dal punto di vista del prezzo. Perché non possiamo ignorare la storia in divenire, la storia di una guerra che dovrebbe interessare tutti, che si sta svolgendo a poche ore di aereo dall’Italia.  Che ha già viralizzato altri Paesi dell’area regionale. Che potrebbe alterare gli equilibri del Medio Oriente. E non possiamo ignorare la tragedia del popolo siriano.
A cura di M.Z.

 

Chi è Antonella Appiano
Inviata per il Medio Oriente del quotidiano on- line L’Indro, giornalista specializzata in Medio Oriente e Islam. Presidente e ricercatrice per l’Associazione Culturale MOAN, ricerche e analisi sul Medio Oriente e l’Africa del Nord. Autrice del blog Conbagaglioleggero.com
Vive fra Roma e Milano. Appassionata e studiosa accademica del Mondo Arabo, del Medio Oriente e dei temi legati all’Islam, segue per tre mesi (da marzo a maggio 2011) la crisi siriana, per il quotidiano on-line Lettera43. A luglio ritorna nel Paese e collabora con diversi media (Radio24, Uno Mattina, l’Espresso) sempre seguendo in loco la situazione.
Per Il Sole24ore - Job24.it, e per Jobtalk, il blog di Job24.it ha scritto di società e lavoro in Medio Oriente, di Immigrazione, di 2G, del rapporto fra donne e lavoro, donne e potere, donne e media, in Italia e nei Paesi Arabi.
Il percorso professionale è incominciato collaborando con La Stampa e Il Sole 24 Ore. In Tv, ha lavorato per le Reti Mediaset come inviata e conduttrice e in programmi e speciali d’informazione e servizio. Del 1995, il libro Sabbie d’oro, romanzo storico ambientato in Etiopia negli anni 20, pubblicato da Antea Editrice. Nel 2005, l’esordio come autrice teatrale, con la commedia No budget! Due cuori e una tv, prodotta dalla compagnia “Cubatea” e rappresentata al Teatro Due di Roma. Nel 2007 ha partecipato come docente-ospite al Master Universitario “Professioni e Formati della Televisione e della Radio Contemporanee” organizzato dall’Università di Roma 3coordinato dai Professori Enrico Menduini e Vito Zagarrio.
Nel novembre 2010 è uscito in libreria Le Italiane, Castelvecchi Editore, libro a molte voci. Suo il profilo su Grazia Deledda. Nel novembre 2011 ha pubblicato Clandestina a Damasco-Cronache di un paese sull’orlo di una guerra civile, per Castelvecchi RX, reportage del suo soggiorno in Siria come giornalista sotto copertura, nei mesi della rivolta contro il regime di Bashar al-Assad. Nell’ottobre 2013, è uscito per Quintadicopertina, l’e-book Qui Siria- Clandestina ritorna a Damasco.
Ha ricevuto il Premio “Orta ’97 per il Piccolo schermo, il Premio Castagna d’oro 2002 e nel 2005, il Premio Alfieri di Asti, attribuito ogni anno a rappresentanti del mondo della cultura, dello spettacolo e del giornalismo piemontese. Nel maggio 2012 è stata nominata Ambasciatrice dell’Associazione Telefono rosa “per aver realizzato con la sua professione di giornalista e scrittrice un ponte fra le donne occidentali e quelle del Medio-Oriente”. Ancora nel 2012, nell’ambito della Manifestazione NettunoPhotoFestival 2012, il Premio Giornalismo come impegno civile.

 

 

 

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