Il Segreto della Libreria sempre aperta

il segreto della libreria

 

 

 

 

 

Il Segreto della Libreria sempre aperta:
due opinioni a confronto 

 

 

 

 

 

 

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   Sloan- il segreto della lib    
 Il Segreto della Libreria sempre aperta
 di Robin Sloan
 Il Corbaccio 2013
 

Contro:
Più che altro il titolo fascinoso e la curiosità mi hanno spinta a leggere questo libro.
In realtà il classico best-seller made in USA che in genere è molto fumo e poco arrosto, per i miei gusti. Come sempre, in questi casi, il battage delle recensioni e degli apprezzamenti dei grandi giornali americani hanno fatto da traino al lancio in Italia. Lancio che Il Corbaccio ha preparato offrendo in lettura gratuita un breve racconto introduttivo [Una piccola libreria di San Francisco], una specie di "prefazione" alla narrazione.

Il libro è uscito da qualche mese e non è partito il celebre "passaparola" tra lettori che in genere segnala un libro che, almeno da una parte della popolazione, è stato apprezzato.

I gusti dei lettori NON sono tutti uguali, ma se un successo preparato e annunciato non soggiorna stabilmente nelle posizioni alte di classifica di vendita, se sui blog e nei commenti al romanzo sugli store non si hanno parole di evidente apprezzamento, ma semmai il contrario... qualche dubbio sorge.

Così ho deciso di leggerlo, per curiosità...

          Pro: 
Durante le vacanze natalizie ho apprezzato due testi di Robin Sloan: Una piccola libreria di San Francisco e Il segreto della libreria sempre aperta. Non si tratta di due capolavori, ma sicuramente di due letture per rilassarsi.

Il primo è un racconto lungo, disponibile gratuitamente in formato digitale; il secondo è un romanzo acquistabile in tutti gli Store sia in formato digitale che cartaceo.

Rubando il termine al gergo cinematografico, possiamo definire La piccola libreria di San Francisco un prequel, ovvero il racconto di come è nata la libreria che sarà al centro del romanzo.

Ambientato a San Francisco nel 1969, il racconto ha il pregio di far rivivere al lettore l’atmosfera che si respirava negli anni dei figli dei fiori. Un piacevole ricordo per chi c’era, una scoperta per i più giovani. Per chi, come me, ha avuto modo di visitare e conoscere la città californiana, è stato molto piacevole, attraverso le descrizioni dei protagonisti, tornare all’origine Market Street o di Down Town. Ma io sono un’inguaribile romantica, molto affezionata a San Francisco.

 

 

Prima di tutto il "genere". In tanti si sono domandati se si tratta di un Thriller, di una fiction esoterica o di cosa.

A fine lettura, mi spiace, ma non sono in grado di definirne la natura. È un romanzo, novel o fiction, come preferite chiamarlo, con caratteristiche "di ricerca" di supence e quindi di qualche traccia di esoterismo.

Gli ingredienti sono infilati nella narrazione, più che miscelati, e quindi abbiamo la famosa Libreria che però gioca più che altro un ruolo da comparsa, un sottofondo che compare all'inizio -con qualche abile suggestione creata soprattutto dall'orario no-stop e dai suoi variegati frequentatori- e poi rapsodicamente, soprattutto nel tentativo, secondo me, di recuperare l'attenzione di quei lettori che rischiavano di perdersi per strada.

Una strada narrativa, è bene chiarirlo, che ha più le sembianze di un percorso a singhiozzo, qualcosa di assemblato alla meno peggio forse da un editor alla disperata ricerca di un significato.

Leggiamo di una ridicola setta, scopiazzata da più meritevoli opere del passato, mentre siamo sommersi da pagine di tecnicismi in informatichese. I personaggi, tranne forse quello di Penumbra, non sono neppure tratteggiati a dovere e comunque soffrono tutti di poca aderenza al reale: grave pecca per un libro che l'editore definisce: "un concentrato di attualità, bibliofilia, tecno-modernità e sociologia".

Ma è una fiction, potrebbe obiettarmi qualcuno. Certo, rispondo io, ma allora si evitino certe definizioni. Lo si chiami Fantasy oppure Letteratura fantastica... Ma anche così... Il Signore degli Anelli, forse l'apice di questo genere letterario, ha una sua logica coerenza, uno scavo puntuale dei personaggi e un affascinante Plot narrativo. Niente a che vedere con questo rocambolesco accrocco di vicende attraversate da personaggi senza consistenza né carattere.

A lettura conclusa mi sono posta una domanda: a quale target è diretto questo romanzo?
Non a chi ama il Fantasy e neppure a chi si definisce un giallista, non a chi leggere per allontanarsi dalle difficili esperienze della sua giornata e neppure a chi legge per ampliare i propri orizzonti conoscitivi.

E poi: che età si immagina abbia il lettore ideale di Robin Sloan?

Mi spiace, io non sono riuscita a rispondermi, ma il dibattito è aperto a soluzioni ed opinioni diverse...
Flaminia P. Mancinelli 

 

   

Torniamo alla libreria, la protagonista del breve racconto che, vi assicuro, merita tutta la vostra attenzione.

Tutto nasce dalla ricerca di William Gray. Cosa unisce William Gray alla libreria sempre aperta?

Un mistero che si perde nelle viscere di San Francisco e che non vi permetterà di sospendere la lettura, anzi vi spingerà a iniziare Il segreto della libreria sempre aperta.

Nel romanzo, che si svolge ai giorni nostri, ritroviamo alcuni personaggi del racconto e un giovane informatico disoccupato che diventa il commesso di notte della libreria. Ovviamente è entrato nel negozio per puro caso e si è ritrovato dietro il bancone.

Perché una libreria rimane aperta giorno e notte pur vendendo pochissimi libri? Chi sono certi suoi strani frequentatori? E, soprattutto, cosa nascondono i volumi antichi allineati in ordine nelle altissime scaffalature del negozio?

Il giovane libraio, che si è posto le stesse domande e pur avendo giurato al proprietario di non sfogliare i volumi antichi, non saprà tenere a freno la curiosità e inizierà un’avventurosa ricerca.

A stuzzicare il ragazzo ha contribuito anche l’arrivo di una giovane e geniale ricercatrice di Google. Sarà proprio lei, infatti, a spronarlo a far luce sul mistero utilizzando le grandi risorse dell’informatica.

E per sollecitarvi ancor di più, aggiungerò due ingredienti: Aldo Manuzio e un codice segreto che potrebbe essere racchiuso nel libro scritto dal famoso tipografo.

A mio avviso, Robin Sloan ha avuto la capacità di miscelare molti ingredienti [anche se forse ha aggiunto troppo tecnologia] per confezionare un romanzo che coinvolge il lettore e lo spinge a voler scoprire il mistero.

Purtroppo, a volte ci sono alcune incertezze grammaticali o sintattiche, ma trattandosi di una traduzione, non ci è dato sapere chi ha commesso gli errori.

In ogni caso, buona lettura.

Marinella Zetti

 
         

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