Maremma maiala

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Ho sempre detestato chi dice Bimbi invece di Bambini, come chi dice Puntura invece di Iniezione o chi, invece di dirla chiara e tonda, maschera la bestemmia dietro qualcosa che le assomiglia ma non scandalizza né, al caso, fa peccato.

 

Poi prima i tipografi, sempre a caccia di spazio, e poi i grafici della pagina Web, senza giustificazioni perché lì lo spazio è tanto e quasi a gratis... Hanno preso il vezzo di usare Bimbi invece di Bambini, è diventata una regola e, oggi, poco ci manca di assistere a questa trasformazione anche sui vocabolari, e quindi a veder trasformare quella bizzarra voce onomatopeica in sostantivo a pieni diritti per definire l'età verde dell'animale uomo...
“Bimbi” era poi il vocabolo preferito di una donna furba e falsa, che mi è capitato di incontrare nella vita, una signora che si commuoveva di fronte alla pubblicità di un pannolino che metteva in bella mostra un neonato e restava indifferente di fronte alle tragedie che coinvolgevano semplici adulti.
Evidente, allora, la mia antipatia per questo povero vocabolo: Bimbi.

Piccaluga MorimbeneE, scusatemi quindi per questa lunga premessa che però vi spiega perché leggendo l'incipit di questo romanzo sconosciuto io sia rimasta così colpita e affascinata... Finalmente qualcuno, questo signor Massimo Piccaluga, si era preso il disturbo di mettere nero su bianco un pensiero che a me navigava dentro da anni. Corredandolo, inoltre, di acute osservazioni socio-culturali. Il che non guasta.

Io l'ho pescato in una navigazione casuale sul Web, ma voi potete leggerlo e, se volete, acquistarlo sia su Il Mio Libro sia su LaFeltrinelli.

Certo, starete pensando voi, ma chi è questo Piccaluga? Sarà mica uno di quelli che si stampano da sé???
Ebbene sì, credo si tratti proprio di uno che in gergo tecnico si è usi definire Self-publishing. E allora? 
Avete idea di quanto sia corrotta/collusa la macchina editoriale?
Vi basti guardare le infinite pubblicazioni di veline, comici e politici per capire che qualcosa di strano dev'esserci...
Allora, io credo, spendere una manciata di euro per un autore che da solo ha deciso di scendere nell'agone, forse sia un esperimento da tentare.
Provate, come ho fatto io, a leggere questo brano del libro, e se vi piace...
Non aggiungo altro, e buona lettura.
Flaminia

 

«(..)Oggi i bimbi sono vezzeggiati, coccolati, esauditi in qualsiasi capriccio. Per fortuna invece i bambini no: loro sono amati (e non vezzeggiati); tenuti nella giusta considerazione (e non coccolati a ogni pié sospinto) e vengono educati anche a rinunciare a qualcosa per il proprio bene.

 

I bimbi strillano forte dovunque si trovino, tanto i genitori li giustificano: «È solo un bimbo…» Molte bimbe sanno ballare le danze moderne – Bachada, Slinguada, Inchappada – e imitano le soubrettine della tv ancheggiando, aprendo la bocca, roteando gli occhi tutt’attorno e dimenando il culetto con consumata malizia sotto lo sguardo ammirato dei genitori. Le bambine no, loro non sono capaci. A loro piace ancora giocare a nascondino e a bandiera con le amichette.

 

I bimbi mangiano di tutto e a tutte le ore del giorno; hanno la moto tutta colorata di plastica e col motore vero, a batterie, e vanno a letto tardi. I bambini invece fanno ancora merenda alle quattro e mezzo di pomeriggio con pane e marmellata (ogni tanto con pane e nutella); a pranzo devono mangiare anche l’insalata senza fare troppe storie; tutt’al più hanno una bicicletta alla cui forcella applicare una cartolina con una molletta per fare il rumore del motore e al massimo alle dieci di sera, bello o brutto tempo, mare città o montagna, vanno a letto e buonanotte.

 

Sembra sottile il discrimine tra bimbi e bambini visto alla luce di simili piccolezze, invece questi dettagli, più avanti nella vita, novanta su cento faranno la differenza. Infatti se al bambino subentrerà l’uomo, ovvero una figura pensante e dunque imperfetta per necessità biologica, il bimbo crescendo si trasformerà nel perfetto consumatore: poco spessore intellettuale, affascinato da tecnologie e ultime mode, sempre pronto a farsi valere in nome del dio denaro, pieno di incrollabili certezze quindi più facilitato a raggiungere le somme vette dell’arte di esistere.

 

Sono considerazioni che devono far riflettere chiunque abbia a cuore le sorti dell’umanità: se il bimbo, in quanto tale, nasce come sottoprodotto del bambino, una volta adulti i ruoli sono destinati a capovolgersi se non altro per la prevalenza numerica di ex bimbi (...)»

(Copyrigh Massimo Piccaluga)

 

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