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Feisal

 

 

Feisal

Dopo Madre terra fratello clandestino del 2009,
Andrea Onori torna con Feisal,
dedicato alla guerra. 

 

Scrive Andrea Onori nell’introduzione a Feisal (Book Sprint Edizioni): «Non è una novità se dico che la maggior parte dei rifugiati sono accolti nei Paesi del terzo mondo e in occidente, si urla all’invasione dello straniero. Il rapporto annuale global Trends 2010 stilato dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), pubblicato nel Giugno del 2011 ci dice che circa 4/5 degli esuli non trovano rifugio nei paesi cosiddetti sviluppati ma in altri. Il Global Trends 2010 evidenzia come le persone costrette alla fuga dal loro paese a causa di guerre o persecuzioni siano in tutto il mondo 43.7 milioni: di esse, 15.4 milioni sono rifugiati (secondo la definizione stilata dalla Convenzione di Ginevra nel 1951, rifugiate quelle persone che “temendo a ragione di essere perseguitate per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale od opinioni politiche, si trovano fuori del paese di cui hanno la cittadinanza, e non possono o non vogliono, a causa di tale timore, avvalersi della protezione di tale paese”), 27.5 milioni sono sfollati interni a causa di conflitti e circa 850 mila sono richiedenti asilo».Andrea Onori
Continua Onori: «L’Unrwa, l' Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione dei profughi palestinesi, offre assistenza  oltre quattro milioni di profughi palestinesi che vivono in Giordania, Libano, Siria, Cisgiordania e la Striscia di Gaza. Beach Camp (o Al- Shati), il campo profughi dove è nato Feisal, si trova a Nord della Striscia di Gaza. Secondo l’Unrwa nel campo sono registrate circa 78.800 persone.

I piccoli rifugiati sono gli ultimi tra gli ultimi. Essi, non hanno un luogo sicuro dove poter vivere serenamente la loro vita. Dai campi profughi, ai centri di accoglienza per rifugiati, la vita di un bambino è infernale. Qualsiasi popolo e da qualsiasi parte essi provengano, devono essere rispettati e accolti umanamente. Loro, come Feisal, non hanno la possibilità di accedere alla vita sociale della comunità che “accoglie”. Il più delle volte, vengono emarginati e spogliati dei loro diritti fondamentali».
Sempre nell’introdusione Andrea Onori precisa: «Senza fare distinzione, di solito, vengono tutti etichettati, sin dal loro arrivo, come clandestini. Diverrà il loro nome, il loro documento, la loro etichetta stampata sulla pelle. Da quel momento, inizia una slavina di difficoltà e incomprensioni, che non potevano immaginare prima della loro difficoltosa ed esasperata partenza. Repressi in modo brutale, vengono rinchiusi dentro veri e propri campi di concentramento pur non avendo commesso alcun reato».


IL LIBRO
La guerra entra dentro la tua anima, ti spoglia di sentimenti e governa il tuo corpo. Tu sei lì. Fermo, e non capisci più nulla. Lasci guidare la tua vita da un conflitto eterno e, impassibile, attendi l’alba che, prima o poi, dovrà arrivare. Speri in un futuro migliore. Abbandoni la tua terra, desiderando che nel resto del mondo ci sia posto per te e per la tua dignità. Invece, ti ritrovi rinchiuso in un centro di identificazione ed espulsione senza sapere neanche il perché.
Feisal (Book Sprint Edizioni), è un intreccio di tante storie reali, condite da una vigorosa e intrigante fantasia. Il romanzo racconta spicchi di verità personali, vissute tra la Palestina e i Cie italiani. Sono realtà di singole persone e non certo verità assolute. Ogni verità è singolare, ogni storia è differente dall’altra. All’interno di ogni storia c’è una magia e una vita intera da raccontare.
La sua storia parte da un campo profughi della Striscia di Gaza, Beach Camp. Il suo racconto potrebbe essere uno specchio di tante altre narrazioni di bambini e adolescenti, nati in una terra dove crudeltà e terrore fanno la parte del gigante. Etichettati come “eterni rifugiati”, sono costretti a vivere tra l’abbandono e l’assistenzialismo, tra il sorriso e la disumanità, senza potersi scrollare di dosso un destino infame.
Vivere in un campo profughi non è facile. Tutto è una continua arrampicata e nulla ti viene dato in regalo. Ogni giorno accadono, senza interruzione, cose diverse e inaspettate. In quel contesto, non si può mai fare il programma di una giornata, figuriamoci di una vita. La cosa che non cambia mai, è la dura realtà nei campi e la violenza (fisica, economica e psicologica) che deglutisce lentamente l’esistenza delle piccole anime bisognose di spazio vitale. Si nasce, si cresce e si muore in mezzo alla crudeltà durante il tempo in cui, tutto il resto del mondo, rivolge lo sguardo altrove. Nonostante le popolazioni sofferenti, chiedono con tutta la loro forza, la sensibilità degli altri abitanti della terra.
Nessuno risponde ai pianti dei bambini e alle urla delle loro mamme che perdono pezzi importanti della loro vita. Nessuno si accorge che la gente vive e muore di terrore. Forse, per paura di qualcosa che non so, forse per semplice e brutale indifferenza o per questioni puramente politico/economiche, il dato certo è che tutti ne parlano, ma nessuno si muove per fermare quel grido di dolore assillante.
“Pozze di sangue, secco o vivo, riuscivi a trovarlo ovunque a Gaza. Ogni persona poteva rientrare a casa con i vestiti, le mani o la faccia imbevuta di sangue. O peggio ancora, non rincasare proprio. Si versavano lacrime in continuazione dato che c’era sempre il padre o la madre di qualcuno che perdeva la vita. C’era sempre la moglie, la sorella, il figlio o il nipote di un tuo caro che restava sotto le macerie" urla Feisal durante la sua prigionia all'interno del Cie di Ponte Galeria a Roma.
In ogni caso, Feisal comprende che il sorriso e la gioia di vivere te la devi cercare con la tua forza, anche nei momenti più tenebrosi. Lui, nonostante tutto, è sempre stato un essere umano con il sorriso stampato sul volto. Ricorda che in ogni angolo di quella città che calpestava, lanciava sapori di floridezza e vitalità. Feisal non voleva attendere la pace. Nessuno te la serve in un piatto d’argento. Desiderava partecipare, studiare e costruire il futuro per se stesso e il suo popolo.
Amava il mare di Beach Camp, lo contemplava. Era la sua liberazione. Ammirava la libertà dei gabbiani che volteggiavano nel cielo, le onde che si scagliavano prepotentemente sulle rocce affioranti e il mare azzurro che lentamente finiva per morire sulla sabbia bollente. Gli odori, i rumori, la sua estrema bellezza e libertà gli consegnarono attimi importanti della sua infanzia. Iniziò ad odiarlo, nel momento in cui conobbe un altro spicchio di mare che non avrebbe mai immaginato esistesse. Quella forza naturale, aveva lo stesso colore, la stessa aroma del mare di Beach Camp. La differenza era l’odore di beffa che si provava mentre attraversava il Mediterraneo e le anime innocenti che, inghiottite dalle onde del mare, si rassegnavano alla morte dopo tante sofferenze. Proprio quella esperienza, fece tramutare quella smisurata libertà azzurra, in un incubo.
Feisal è a tutti gli effetti un rifugiato, ma non ha un tatuaggio sulla fronte che sottolinei il suo Status reale. Non ha documenti con se e, per questo motivo, viene sbattuto prepotentemente, contro ogni diritto internazionale, in un centro di espulsione per migranti. Qualcuno non crede ai suoi racconti e decide che il suo futuro è all’interno di una gabbia. Viene etichettato come “clandestino”, un numero, uno dei tanti che arrivano lungo le coste italiane.
 

LA COPERTINA
Anche la copertina ha un significato particolare. La copertina di Feisal, infatti, è di Gaetano Porcasi.
Nato a Partinico il 7 luglio 1965, Porcasi è un artista, inventore della pittura antimafia, la cui arte si basa in gran parte sull'impegno Immagine Porcasisociale e politico nella lotta alla criminalità organizzata, ricevendo per questo la cittadinanza onoraria del Comune di Corleone, oltre agli attestati di riconoscimento di Gian Carlo Caselli, Cesare Damiano, Carlo Lucarelli e di altre personalità che si occupano del fenomeno mafioso.
A Corleone è nato un museo nella casa confiscata al super boss Provenzano con 60 opere di Porcasi. A Spello -in provincia di Perugia- è nata una pinacoteca con le sue opere.

Chi è Andrea Onori
Andrea Onori è nato il 13 febbraio del 1984. Ha svolto periodi di collaborazione con quotidiani e periodici, cartacei e on-line. La scrittura è la sua grande passione, alla quale si dedica per gran parte delle giornate. Attraverso questo strumento cerca di dare voce agli “ultimi”, a quei gruppi e individui più vulnerabili che non hanno importanza per la nostra società. Scrive per coloro che non hanno la possibilità di dire la loro, perché emarginati dalle maggioranze e non aventi i diritti universali che ogni essere umano dovrebbe avere. Ha collaborato con Periodico Italia (Web magazine e settimanale cartaceo diretto da Vittorio Lussana), Piccola Città (mensile della Sabina romana diretta da Beppe Lopez) e Diritto di Critica (una testata giornalistica on-line diretta da Emilio Fabio Torsello). Oltre a Feisal, ha pubblicato un’opera di poesie Rincorrendo un sogno (il filo 2009) e una ricerca sociologica sul mondo irregolare Madre terra fratello clandestino (Sangel 2009). Nel 2009 apre il progetto “Madre terra fratello clandestino” per dare parola agli “ultimi”.
Per conoscere meglio Andrea Onori si può visitare il suo sito

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