Una Self “appartata”… che vale la pena di conoscere

Pubblicato in Interviste


Un’autrice capace di narrare compiutamente una storia in poco più di 85 pagine?

Un intreccio che attraversa “generi” diversi, dal Thriller alla favola con intenti educativi?

 

Un’autrice capace di narrare compiutamente una storia in poco più di 85 pagine?
Un intreccio che attraversa “generi” diversi, dal Thriller alla favola con intenti educativi?
Mentre leggevo –sapendo che l’autrice non è un’adolescente né una dipendente dal vizio della scrittura, mi sono interrogata sulle ragioni che l’hanno spinta a scrivere e a regalarci questo breve romanzo.

Ben compiuto, un tuttotondo nel quale la Valton delinea con cura i personaggi alle prese con i peggiori istinti della specie. La storia si dipana tra Roma e Firenze, da una piccola profumeria di periferia a un palazzo avito di antiche nobiltà. E il coup de théâtre conclusivo è una piacevole sorpresa anche per il lettore più scaltro. Ho scritto “piacevole sorpresa”? Sì, perché in effetti si tratta di una finzione narrativa, perché se quella descritta fosse la realtà… quanto ci lascerebbe con l’amaro in bocca!  Devo dire che ho molto apprezzato proprio le ultime pagine, quelle dell’Epilogo, con l’artificio cui la Valton è ricorsa, lasciando che a condurre le ultime pagine dell’intreccio siano delle splendide particelle di una coscienza. Le-apparenze-manipolate
Un finale degno, per davvero, di uno scrittore navigato.

E le domande quindi crescono nel lettore che, mentre inizia a cercare un altro romanzo di quella autrice, non può esimersi dal chiedersi se nella narrazione vi sia una parte di autobiografia, qualcosa che ha attraversato la reale esistenza della scrittrice, o se quella sua descrizione così impietosa di certa parte della società nasca solo dalla osservazione della vita di altri e poi dalla sua creatività.
Un intreccio che ha sfumature di colori dell’ombra, più vicini alle tenebre e al nero che non alla luce, che obbliga il lettore a pensare, a riflettere e a tirare un sospiro di sollievo: io non sono tra quei personaggi
E, comunque, ha l’indiscutibile merito di rimanerci a galleggiare nell’intimo per giorni, a lettura conclusa. Come accade soltanto ai libri di valore.

Ecco, è stupefacente che tutto ciò sia riuscito alla prima prova di una Self Publisher, che non ha “santi in paradiso” e che ha il pudore di risparmiarci da marketing e rilanci. La sua unica pubblicità è il passaparola tra i suoi lettori, che dopo averla apprezzata continuano a scriverne su Amazon. E, credetemi, non è poco, in questo mondo popolato da lupi! 
Dominique Valton, è capitata quasi per sbaglio in questo agone nel quale da anni ormai i Self Publisher lottano per ricevere attenzione e quindi lettori, dimenticando per questo –fin troppo spesso- di dedicarsi con la dovuta serietà alla scrittura. L’italiano di questa autrice, invece, è fluido e corretto, e lascia al lettore il piacere di dedicarsi solo alla storia.

Una storia davvero ben architettata nelle misure e nell’intreccio, che proprio per la sua brevità (quel saper scrivere l’essenziale, senza sbrodolature, ma il necessario che permette al lettore di capire seguire e palpitare con il destino dei personaggi) a me ha rammentato l’opera di una maestra del Giallo – Agatha Christie, ci lascia con un solo desiderio: avere di questa signora un nuovo libro, presto…
F.P.M. 

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4 chiacchiere con l'autrice

Perché scrivi?
Scrivo perché mi piacciono le parole, sotto qualunque forma: essenziali ma anche scherzose, canzonatorie dissacranti e ironiche.

Quando hai iniziato a scrivere?
Ho sempre scritto, soprattutto per sfogo. Ero una bambina così sgraziata, (ma il tempo mi ha migliorata) in mezzo a una famiglia dove erano tutti così affascinanti che nessuno mi dava ascolto.

Perché la scelta di questa trama?
Ho scelto questo genere perché:
a) mi piacciono gli ambienti chiusi dove i dialoghi e i pensieri prevalgono sulle descrizioni.
b) non avendo certezze da difendere appassionatamente, mi sembrava che il suspense potesse svegliare comunque l'interesse di un lettore e coinvolgerlo emotivamente.

Cosa vuoi far arrivare al tuo lettore? Hai in mente un target tipo di lettore?
Vorrei, eventualmente, far passare due ore spensierate a chi mi legge.

Come mai la scelta di pubblicare un e-book invece di proporre il tuo lavoro a un editore tradizionale?
Ho scelto l'e-book per partecipare ad un concorso, scoperto per caso su Internet. 

Nella filiera del Self Publishing, dopo la scrittura del testo, seguono altre attività: realizzazione dell’e-book, cover, marketing/pubblicità… cosa stimi più importante per il successo di un romanzo?
Solo il contenuto, secondo me, può decidere del successo duraturo di un romanzo. Cito Stendahl come esempio.

Hai in cantiere un nuovo romanzo?
In cantiere, no. In testa si. La scrittura è un passatempo formidabile. 

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Sei una lettrice "forte"? Quali gli autori che hai amato di più?

Amo gli scrittori autentici.
a) che non inventano al tavolino i loro personaggi ma affidano loro stessi al giudizio (mi viene in mente Céline) o perché no, all'amore dei loro lettori. Proust, John Fante , Serge Doubrovsky, scrittore francese che gioca così meravigliosamente con le parole che non è traducibile in nessun altra lingua.
b) gli scrittori che utilizzano il loro talento per veicolare le loro certezze, Steinbeck, Dos Passos ma sopratutto Zola che ha messo in gioco la propria vita per difendere il suo credo. 

In Italia si legge molto poco. Tu credi che l’e-book possa aumentare il numero dei lettori?
Sì, credo che l'e-book possa aumentare il numero dei lettori. Potersi portare una biblioteca in tasca è magico. Prevedo che nel giro di 10 anni tutte le librerie chiuderanno. Il fenomeno si è già verificato in Francia. La Fnac di Parigi ha già trasformato il reparto libri in reparto di computer. Quando mi si parla di odore dell'inchiostro o fruscio della carta, rido.  

Cosa credi possa avvicinare le giovani generazioni alla lettura?
Per avvicinare i giovani alla lettura, bisognerebbe buttare la televisione dalla finestra. O cambiarne i programmi. 

C’è una domanda che non ti ho fatto, alla quale ti sarebbe piaciuto rispondere?
Una domanda alla quale avrei risposto volentieri: da cosa si riconosce il talento di uno scrittore? Risposta: dalla sua facoltà di seminare in te delle domande, e di coinvolgerti emotivamente.


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Autobiografia di Dominique Valton

 

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Scheda tecnica

Nome: Dominique
Cognome: Valton
Cittadinanza: francese
Residenza: Firenze
Data di nascita: un 4 febbraio di più di mezzo secolo fa
Statura: 1m68
Colore degli occhi: azzurri.

 

Per le caratteristiche caratteriali, mi limiterò a rispondere alle domande più significative del questionario di Proust.
1) la caratteristica principale del mio carattere: il dubbio
2). La qualità che preferisco nel uomo: la buona volontà
3) nella donna: idem
4) la qualità che preferisco nei miei amici: la generosità
5) il mio difetto principale: la pigrizia.
6) la mia occupazione preferita: ascoltare
7) il mio sogno di felicità: senza risposta, non sogno
8) quella che vorrei essere: quella che gli altri non dimenticano
9)il difetto che detesto sopratutto: la crudeltà
10) il dono della natura che vorrei avere: l'eternità
11) gli errori che perdono: quelli di cui ti penti
12) come vorrei morire: dormendo
13) il mio motto. Non è mai troppo tardi
Per la cronaca aggiungo che sono sposata da una vita ho tre figlie in gamba e 7 nipotini simpatici.

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Dove libro ed autrice: 

Se volete leggere il romanzo di Dominique Valton, Le apparenze Manipolate,
non avete che da raggiungere Amazon alla pagina di questo link →

Se, invece, volete incontrare l'autrice, potete provare su Facebook.
A questo link → 

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