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Una Self che scrivendo crea… dipendenza

Dalla scrittura alla matematica per tornare alla scrittura: gli andirivieni di una Self Publisher che travalica sia i generi sia l’età dei suoi lettori.

 Attraversare, pagina dopo pagina, gli scritti di Antonella Sacco porta il lettore a incontrare uno spaccato variegato di umanità. Non possiamo sapere – e neppure l’autrice può – se è la sua sensibilità a cogliere tra tante quelle “maschere”, quei tipi psicologici e le loro vicende, o se sono loro, i suoi personaggi, che sgomitando cercano di attirare la sua attenzione. scrittrice
C’è di sicuro, però, questa particolare congerie alla base dei suoi racconti: uomini e donne qualsiasi, nessuno dei quali prevale per una biografia eccelsa, ma che proprio per questo permettono a tutti noi di specchiarsi in loro. 
Possiamo ritrovare nelle storie – curate sia nella forma linguistica che in quella sintattico-grammaticale – amici, parenti ma anche la dirimpettaia del nostro pianerottolo, ed essere stimolati a guardarli al di là della consuetudine distratta di questo nostro tempo frettoloso. In modo sbrigativo, siamo abituati a dare per scontato che dietro ogni volto ci sia una storia che varrebbe la pena conoscere, ma poi presi dai ritmi frenetici passiamo oltre. Ecco, tra i meriti di questa autrice Self, vi è indubbiamente questo: la capacità di prendervi per mano e, in punta di piedi, portarvi accanto a un uomo che si prepara al suicidio; aprirvi la porta dei suoi pensieri e suscitare in voi empatia per la sua scelta oppure condurvi incorporei accanto al dolore di una donna abbandonata dal suo amore.

 

noir
Ma l’abilità
di Antonella Sacco 
è anche quella di una “vecchia volpe” della scrittura! Con indubbie capacità di gestione di intreccio e plot, lei prepara per il suo lettore, ogni volta, un’arena diversa, nella quale non c’è ripetitività né previsione possibile di quanto andrà in scena né di quale sarà il possibile epilogo. 
E questo accade sia con i romanzi sia con i racconti brevi, o brevissimi, che offrono tutti differenti e inaspettati spaccati di esistenza, non solo con le sue scritture che si connotano come gialli o noir. Iniziando un nuovo racconto, non si sa mai dove l’autrice vuole portare la nostra attenzione, su quale aspetto della vita, dei pensieri, dei casi e su quali scelte ha intenzione di farci soffermare. Così capita non se ne ha mai abbastanza… Si entra in un trip accogliente e, devo confessarvi, che si fa fatica ad uscirne: il pantheon di racconti e personaggi creato da Antonella diventa una piacevole dipendenza e più ci si addentra e più se ne vorrebbe leggerne altri.

 

Ma, allora, neppure una critica? No, una critica no ma un desiderio sì… Ed è buffo che questo nasca proprio in chi da anni va sponsorizzando, per il nostro tempo, “la misura del racconto”, ma può capitare… Quindi, mi piacerebbe leggere un lungo romanzo a firma di questa scrittrice, un romanzo che immagino potrebbe avere la caratteristica della “coralità”. Qualche premonizione c’è, tracce di questa intenzione le abbiamo difatti trovate ne Il prossimo best seller e nei suoi “progetti nel cassetto”, quindi aspettiamo fiduciosi.
F.P.M. 

P.S. Non abbiamo letto, per scelta editoriale, tutta quella parte di narrativa per ragazzi, che pure è stata molto apprezzata da altri. Chiediamo venia, riproponendola in un’esaustiva nota bibliografica, in calce a questa pagina.


 

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4 chiacchiere con l'autrice

Come mai pubblichi molto Self? Cosa ti piace dell’autopubblicazione? 
Ho scritto molte cose, finite e non. Quando ho scoperto, per caso, che autopubblicare un e-book era piuttosto semplice ho deciso di provare a mettermi in questo gioco. Ho così dato nuova vita a una raccolta di racconti di diversi anni fa e poi ad altri racconti, per continuare con due romanzi, il tutto revisionato con attenzione prima di premere il tasto pubblica. Per ora i riscontri non sono numerosi, però complessivamente lo trovo un esperimento positivo, anche perché ho conosciuto alcune persone, impegnate nella stessa avventura, che valeva la pena di conoscere e con cui è piacevole e interessante scambiare idee ed esperienze. E mi piace il fatto di essere libera, di non dover ottenere l'approvazione di nessuno. 

lettrice
Sai bene che la mente umana è soggetta a categorie. Tu hai iniziato a pubblicare testi per l’infanzia, ma poi hai lasciato un po’ in disparte questo genere, come mai?  
In realtà le prime cose che ho scritto (la raccolta di racconti "Lo specchio" è una di queste) non sono per l'infanzia e nemmeno per ragazzi. Scrivo seguendo le idee che mi vengono e, in dipendenza da queste, le storie sono rivolte a un'età piuttosto che a un'altra. Poi alcune delle mie storie per ragazzi sono state pubblicate e questo mi ha incoraggiata a continuare su quella strada, ma non ho seguito mai solo quella. Anche adesso ho diverse storie iniziate o anche piuttosto avanti o addirittura quasi finite, sia da ragazzi che no: aspettano tutte che abbia tempo di lavorarci ancora.

Nei tuoi racconti/romanzi la maggior parte delle storie hanno per protagoniste un uomo, come mai così poca presenza di protagoniste di genere femminile? 
Non ho mai avuto questa intenzione e non ho neanche questa impressione, mi sembra anzi che molte storie abbiano come protagoniste delle donne. (Di sicuro è così nei miei romanzi per ragazzi, in cui le protagoniste sono tutte femmine…) In tutti i casi spesso i miei personaggi femminili sono portatori di un messaggio che porta con sé un'eco della rabbia che provo pensando alla discriminazione (e peggio) subita dal sesso femminile nella storia e anche ai tempi nostri. Cito come esempio la scrittrice protagonista di "Un grande fuoco" che sente l'esigenza di riscrivere "La Traviata" per cambiare le condizioni imposte dalle convenzioni sociali - ipocrite quanto mai - a Violetta e non solo a lei.

Realizzi da sola i tuoi e-book? Ricorri a un editor esterno? Cosa pensi di questa pratica contemporanea: non si pubblica se prima un testo non è stato sottoposto a editing? 
Nessun editor, almeno per ora. A parte "Lo specchio", che era uscito su carta nel 1999 e quindi era stato verificato (ma non modificato, salvo pochissimi dettagli ininfluenti). Sono molto esigente con me stessa (non solo nella scrittura) e ogni volta che ho un dubbio (di grammatica, sintassi, storia, scienze insomma tutto, anche quello che credo di sapere…) controllo su dizionari, grammatiche, internet. Questo non vuol dire che i miei testi siano perfetti, ma di certo sono ponderati, in tutti i sensi.

Sui romanzi da ragazzi, che sono stati invece rivisti da editor delle rispettive case editrici, ho seguito alcuni dei suggerimenti, soprattutto sulla semplificazione delle frasi, dato che i lettori sarebbero stati molto giovani.
Sulla pratica contemporanea, come forse si capisce, non sono poi così d'accordo. Almeno per quanto riguarda me.

La misura dei tuoi testi è soprattutto quella del racconto, breve e alle volte brevissimo (due pagine). Quali le ragioni di una scelta così controcorrente in Italia, dove si sostiene che i “racconti non piacciono”?  
I racconti solitamente sono figli di ispirazioni momentanee, talvolta revisionati e un poco modificati, talvolta revisionati e lasciati com'erano nati. La brevità e la sintesi sono comunque qualcosa che mi appartiene, per questo certi scritti sono appena di poche righe. Non è però una scelta, la lunghezza di uno scritto dipende da quello che sento di voler esprimere. È stata anche una sorta di fase, sono diversi anni che scrivo per lo più romanzi, anche se non lunghissimi.

Nella tua autobiografia (in calce a questa intervista) racconti di esserti trovata in dubbio di fronte alla scelta universitaria: lettere o matematica? Ma non ci hai spiegato cosa ti spinse a scegliere la seconda…  Antonella Sacco

Per non parlare troppo di me ho saltato un ulteriore passaggio: il primo anno di università ero iscritta a Giurisprudenza (materia che ritenevo offrisse - probabilmente - più possibilità di lavoro post laurea), ma nel gennaio ho cominciato a frequentare le lezioni alla facoltà di Matematica; nell'estate, dopo i primi due esami, ero ancora in dubbio se cambiare ancora e iscrivermi a Lettere (volevo diventare una scrittrice, passando per il giornalismo…) ma poi sono rimasta dov'ero, non ricordo neanche più il ragionamento preciso. Credo che un motivo sia stato: i libri e la letteratura posso continuare a leggerli e studiarli per conto mio, con Matematica la cosa è più complicata. E un altro motivo: la Matematica era (è?) considerata una materia più difficile e io detesto le cose facili…

Perché, secondo te, gli italiani leggono poco? E pochissimi si avventurano sulla strada dell’e-book? 
È qualcosa che non capisco, per me è una cosa fondamentale. Leggere è un piacere, un divertimento, un affacciarsi su tanti mondi. Per quanto riguarda il rifiuto degli e-book penso che sia in parte una scusa per continuare a non leggere, poi una scarsa predisposizione - ancora - per gli oggetti tecnologici. Anch'io comunque preferisco leggere un  libro cartaceo, del resto l'ho fatto per oltre cinquant'anni e non potrei smettere di amare il profumo della carta e il frusciare delle pagine, però poter tenere una biblioteca in pochi centimetri cubi e qualche etto è un vantaggio che non posso non apprezzare molto.

Cosa amava e, soprattutto, cosa ama leggere Antonella Sacco, autori italiani o stranieri? (i tuoi autori preferiti della giovinezza e della maturità) Leggi in cartaceo o in e-book?  
Da bambina leggevo i libri da ragazzi, dei miei tempi e precedenti, anche quelli che aveva mia madre alla mia età (ambientati ai tempi del fascismo); i miei preferiti erano quelli di avventura: Salgari soprattutto e I tre moschettieri (Athos il mio favorito). Poi durante l'adolescenza sono passata ad autori come, fra gli altri, Pavese, Sartre, Pratolini, Pirandello; di solito se un autore mi piace dopo un primo libro me li faccio tutti. Poi negli anni ho amato e amo Remarque, Silone, Calvino, Dostoevskij, Hesse, Boll, Nadine Gordimer (chissà quanti ne ho dimenticati); più di recente ho scoperto Ursula K. LeGuin, Philip Dick, Asimov e un po' tutta la fantascienza; Marcela Serrano, Saramago, Henning Mankell e Jo Nesbo; mi piace molto "Il signore degli anelli" e ho apprezzato la saga di "Harry Potter". Leggo sia cartaceo che e-book. Leggo un po' di tutto, come si evince dai nomi che ho elencato.

Leggendoti si percepisce una visione della società non proprio rosea. Ti consideri una scrittrice “impegnata” o, soltanto, un’acuta osservatrice della realtà? 
Quando scrivo cerco di essere sincera e di trattare cose che voglio sottolineare, valori che ritengo importanti. Penso di essere un'osservatrice, questo sì. Sono curiosa nelle letture e anche nella scrittura, mi piace sperimentare (punti di vista, stili, generi).

C’è una domanda che non ti ho fatto alla quale, invece, ti sarebbe piaciuto rispondere? 
Per essere una che ama la sintesi, ho chiacchierato anche troppo. Le tue domande sono state interessanti. 

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Autobiografia di Antonella Sacco
Ho sempre considerato i libri come degli amici incomparabili e, poco tempo dopo aver sviluppato la passione per la lettura, ho deciso che volevo scrivere, per costruire anch'io qualcuna di quelle cose che amavo: i libri, appunto. 
Di me racconto quello che è un po' il mio vezzo: mi è sempre piaciuta molto la Matematica e quando ho finito il liceo sono stata molto e a lungo incerta sulla facoltà a cui iscrivermi: Lettere o Matematica? Alla fine mi sono laureata in Matematica, ma, per vari motivi, non la insegno e non la uso nel lavoro che svolgo. Credo che qualche eco - talvolta un poco di più di un'eco - di questo mio interesse traspaia in alcune delle cose che ho scritto.
Invece di parlare ancora di me suggerisco, in particolare a chi la detesta o la teme, di considerare la Matematica con occhi diversi: non è una sorta di grande enigma, come molti ostentano di ritenerla, un po' come se fosse un vanto e un privilegio non capirla, forse perché credono che un matematico non abbia sensibilità o predisposizione per il bello o sia in grado di compiere solo ragionamenti logici e non conosca l'emozione e  l'ispirazione. 
Credetemi, la Matematica è sopra tutto armonia e fantasia: le grandi scoperte matematiche sono opera di scienziati che hanno avuto intuizioni geniali e il genio cos'è se non una capacità di immaginazione molto superiore a quella comune? 
 

Se siete interessati a leggere o ad approfondire la conoscenza di Antonella Sacco,
potete iniziare dal suo Bolg che trovate a questo link →

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Bibliografia cronologica Antonella Sacco

 

“Lo specchio” , Ed. Gazebo di Firenze (1999). 
Vincitrice dell’edizione 2004 del premio Montessori di narrativa per ragazzi, organizzato dalla casa editrice Raffaello, sezione dagli 11 ai 13 anni. Il romanzo è pubblicato nella collana Il Mulino a Vento con il titolo “Un evento memorabile” (2005). 
Finalista all’edizione 2005 del premio Loria con il racconto inedito “Fuga”;
il racconto è pubblicato da Edizioni APM di Carpi e nell'ebook "Tre brevi storie con delitto".
 

La torre della Papessa”, Serie Arancio de Il battello a vapore (Piemme), Aprile 2011.  

Lidia, che detesta la Matematica” (romanzo per ragazzi), Scienza Express, Giugno 2013. 

Lo specchio: 27 racconti”, ebook Kindle, ottobre 2013. 

Tre brevi storie con delitto e altri 9 racconti”, ebook Kindle, novembre 2013. 

Un grande fuoco: 10 racconti” ebook Kindle, dicembre 2013.  

Il prossimo best seller” (romanzo breve), ebook Kindle, maggio 2014.  

Piangere non serve” (romanzo YA ma non solo), ebook Kindle, giugno 2014.  

Carolina Lucrezia, William e le stelle", (storia per ragazzi), Il Villaggio Ribelle (David and Matthaus),
collana I Gufi, giugno 2014.

 

LoSpecchio        
         
Piangere-non-serve   Prossimo-Bestseller    
         
Un grande fuoco   tre brevi storie con delitto   Three short stories with death

 

 

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