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Il gioco del mai

 

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Nuovo protagonista, nuova ambientazione, ma sempre alto livello di tensione e suspense. Jeffery Deaver ha fatto centro un’altra volta. Anche se Colter Shaw è un personaggio strano, complesso, difficile.

 

Che peccato trovare dei refusi nell’ultimo romanzo di Jeffery Deaver, ad esempio “il” detective quando si tratta di una donna e si dovrebbero declinare articoli e aggettivi al femminile. Oppure a pag. 236 “… nella camera sulla destra, c’era un letto matrimoniale con rete a molla posato direttamente sul pavimento…”, in italiano è un materasso.
Purtroppo sappiamo che anche le case editrici blasonate non largheggiano con i traduttori e i correttori di bozze non esistono più. Oggi deve fare tutto il povero editor, anche lui spesso pagato poco.
Ma torniamo a “Il gioco del mai” l’ultima fatica dello scrittore americano, pubblicato in Italia da Rizzoli.

Anche questa volta Deaver si conferma il “re del thriller”. Nuovo personaggio,gioco-del-mai nuova ambientazione, ma sempre alto livello di suspense.
Trama ben costruita, colpi di scena, descrizioni minuziose e ricche di particolari. E l’autore non dimentica il lato umano dei suoi personaggi. Non sono supereroi, sono persone con una vita, dolori, ferite, ricordi che li tormentano ogni giorno.


Case con giardini ingialliti perché l’acqua in California costa tanto e le priorità sono altre. Deaver descrive un’altra California, vicina in linea d’aria ma molto lontana da quella opulenta e appariscente delle aziende tecnologiche della Silicon Valley. La faccia sconosciuta e di cui si parla poco, perché non è tutto oro quello che luccica, c’è anche il rovescio della medaglia: persone che non si possono permettere una casa e vivono in un parcheggio.
Dunque non è solo un bel thriller.

La professione del nuovo personaggio Colter Shaw non credo esista in Italia. Non è un detective e nemmeno un cacciatore di taglie, è un tracker, un localizzatore che si limita ad aiutare i familiari a cercare le persone scomparse. E incassa la ricompensa solo se le trova vive. All’inizio non mi era simpatico, al contrario mi dava abbastanza fastidio, poi piano piano sono entrata in sintonia con Shaw e ne ho capito anche i lati nascosti.

Il caso sembra semplice ma si complica pagina dopo pagina quando si comprende che il “cattivo” appartiene al mondo dei videogiochi. Non è la prima volta che Deaver si avvicina a questa strana realtà, lo aveva già fatto nel 2010 con “La strada delle croci”, ma questa è un’altra storia tutta da scoprire.
Come sempre quando pensate di aver capito tutto, vi rendete conto che siete cascati nelle trappole dell’autore. Ci sono caduta anch’io e alla fine sono rimasta a bocca aperta e ho pensato Deaver m’ha fregata un’altra volta.
Siete curiosi? Leggete il libro e poi ne parliamo.
M.Z.

Il libro
Il gioco del mai
di Jeffery Deaver
Rizzoli
Disponibile in versione cartacea e digitale

jeffery-deaverChi è Jeffery Deaver
È nato a Chicago nel 1950. È uno dei più grandi autori di thriller, consacrato dal pubblico mondiale con “Il collezionista di ossa” (2002). Tra i suoi ultimi libri, tutti editi da Rizzoli, “La stanza della morte” (2013), “L’uomo del sole” (2013), “October List” (2014), “L’ombra del collezionista” (2014), “Solitude Creek” (2015), “Hard News” (2015), “Il bacio d’acciaio” (2016), “Menti pericolose” (2016) e “Il taglio di Dio” (2018).

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