Leggere, secondo Pigi Mazzoli

Pubblicato in Interviste


 Pigi Mazzoli

D. Quando vuoi rilassarti preferisci: guardare la televisione, andare al cinema o leggere un libro?
R. Cucinare è la cosa più rilassante, da quando ho problemi alle articolazioni, una volta era il passeggiare da solo, ovunque, dalla città ai boschi. Ascoltare la musica e magari cantarci sopra (...)

Non amo molto i parti complicati della fantasia, per cui non amo tutto il cinema. Il cinema che amo è quello militante, sperimentale, impegnato, quindi guardarlo non è rilassante, è esaltante, è sconcertante. Non sopporto la gente che al cinema parla durante il film, potrei venire alle mani.

E neppure i romanzi mi appagano, a meno che non siano gay, perché in una società come la nostra in cui solo la realtà eterosessuale viene rappresentata, raccontare pur fittizie trame omosessuali è educativo e liberatorio, ma ancora non rilassante.
Dire televisione è come dire "parola" o "suono", la televisione è uno strumento dai vasti contenuti. Scegliendo accuratamente, mi fa ridere e mi informa, ma non mi rilassa, a volte mi annoia o mi esaspera.

D. Dove leggi abitualmente: in poltrona, a letto, alla scrivania? Se potessi scegliere, quale sarebbe il tuo luogo ideale per la lettura?
R. Attualmente leggo in bagno, anche i barattoli dello shampoo, se non trovo di meglio, quando non sono a casa mia. Tengo una serie di libri per le letture in auto e in ospedale (per le attese, che sono frequenti). Ho sempre letto stando a letto, sdraiato prono, la testa fuori dal materasso, il libro sul pavimento. D'estate partivo con la decina di libri gustosi accumulati apposta durante l'anno e, da mattina a sera, avevo il mio distacco dalla realtà. Ma non esistevano ancora i telefonini ed era possibile estraniarsi dall'ambiente e dalla propria vita e concedersi agli autori.

D. Nel suo famoso Decalogo, al terzo posto, Daniel Pennac sancisce il diritto del lettore a “non finire il libro”: tu hai seguito questo consiglio? Se sì, con quale libro e perché?
R. Sarà famoso questo Decalogo, ma io sono ignorante e Pennac l'ho conosciuto solo grazie alle letture di Lella Costa su Radio3. Molti sono i libri che ho smesso di leggere: se troppo difficili da comprendere, perché bisogna accettare i propri limiti. Se banali e prevedibili, perché non ho tempo da perdere. Per fortuna me li dimentico in fretta, non sento un senso di delusione, solo estraneità, non mi appartengono.

D. Qual è il libro che più hai amato?
R. Esclusi saggi, manuali, grammatiche, dizionari ed enciclopedie, direi Maurice di Eduard Morgan Forster. Ma anche L'arte di utilizzare gli avanzi della mensa di Olindo Guerrini, entrambi postumi.

D. Cosa cerchi in un libro? Cosa attira di più la tua attenzione: la copertina, il titolo, l’autore, la bandella con la storia?
R. Autore, recensioni, consigli degli amici. I libri li farei tutti bianchi, tutti uguale formato, tutti stesso carattere. Non amo i fronzoli e odio essere influenzato dalle apparenze. Ho letto moltissimo dall'infanzia fino ai trent'anni circa. Quando ho scoperto di essere sieropositivo si è rotto quel magnifico meccanismo che rendeva per me la lettura un piacere. Dopo ho trovato il leggere faticoso e non proficuo.

D. Quale argomento ti appassiona e, secondo te, viene poco considerato dagli editori italiani?
R. Ricevo un po' di inviti da vari uffici stampa, e vedo che veramente gli argomenti sono vari. Non ho ancora trovato il libro mancante, a volte esistono ma sono fuori catalogo, ma grazie alle biblioteche (o a bancarelle e a Maremagnum, se li voglio tenere come copertina di Linus) li trovo.

D. E per finire cosa pensi degli e-book? Credi che potranno sostituire i libri cartacei?
R. Sono felice di non saper prevedere il futuro, così ho sempre nuove sorprese. Ho veri e propri sturbi nel vedere i progressi della tecnica. Potranno sostituire la carta? Lo spero, è disumano l'effetto Rotoli del Mar Morto, i libri durano troppo, ci saranno ancora anche quando ormai non potranno più essere capiti, saranno fraintesi e di noi non rimarrà dunque ugualmente nessuna traccia.

D. Li utilizzi? Secondo te, quali sono i loro pregi e i loro difetti?
R. Utilizzo i pochi e-book disponibili gratis in rete, quando li trovo facendo ricerche su un qualche argomento. Comodissimi, sono libri drogati, libri col motore di ricerca.
Quando i lettori saranno ancora più comodi e costeranno ancora meno, forse inizierò a farmi la biblioteca digitale. Senza fretta. Penso che i testi scolastici dovrebbero invece essere tutti già così, con meno costi, meno peso, più possibilità di aggiornamento.
Amo molto, invece, gli audiolibri. So che sono un'altra cosa, ma volevo dire che li amo, è la forma di spettacolo meno invasiva.

a cura di Marinella Zetti

Chi è Pigi Mazzoli:
nato a Milano nel 1957, ci vive tuttora.
Ama solo Franco, da più di dieci anni.
E’, in ordine alfabetico, affamato, allegro, ateo, grasso, pignolo, razionale, sieropositivo.
Ha fatto, in ordine cronologico, il fotografo, il disc jokey, il costumista, l'operaio metalmeccanico, lo studente di architettura, l'assistente universitario, il profumiere, il direttore di cantiere.
Da una dozzina d'anni scrive di HIV sul mensile Pride.

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