Leggere, secondo Elena e Michela Martignoni

 

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Forse le conoscete meglio con il loro pseudonimo – Emilio Martini – in ogni modo, se un libro non le acchiappa nelle prime 50 pagine lo abbandonano.

 

D. Quando desiderate rilassarvi cosa preferite: guardare la televisione, andare al cinema o leggere un libro?
R. Un po’ di tutte queste scelte… certo la lettura resta al primo posto con il dialogo con amici o persone “speciali dentro”.

D. Dove leggete abitualmente: in poltrona, a letto, alla scrivania? Se poteste scegliere, quale sarebbe il vostro luogo ideale per la lettura?
R. A letto o sdraiate sopra un comodo divano… ma un’amaca nel verde con vista lago non sarebbe male… anche se ci siamo trovate a leggere nei posti più improbabili, traendone molto piacere comunque…

D. Nel suo famoso Decalogo, al terzo posto, Daniel Pennac sancisce il diritto del lettore a “non finire il libro”: avete seguito questo consiglio? Se sì, con quale libro e perché?
R. Leggiamo almeno 50 pagine poi, se proprio non siamo entrate in sintonia col testo, archiviamo: il tempo è poco e i libri da scoprire infiniti, perché quindi “incistirsi” su di un libro che non ci dà emozioni? Meglio citare i libri che ci sono piaciuti, degli altri non amiamo parlare perché possono piacere ad altri.

D. Qual è il libro -o i libri- che più avete amato? E quello o quelli che si sono rivelati una delusione?
R. La lista è lunga per fortuna… a parte i Grandi Classici -dopo aver letto l’ Odissea, la Commedia, il Decameron, I promessi sposi e via dicendo… la voglia di smettere per sempre di scrivere viene: cos’altro di meglio si può fare?- citeremo Garcia Marquez, Sandor Marai, Vargas Llosa, Grazia Deledda, Irène Nemirovsky; come giallisti Renato Olivieri, Giorgio Scerbanenco e… due chicche? Il kirghiso Cinghiz Ajtmatov e Sergio Altieri, lo scrittore “apocalittico”, che da poco ci ha lasciati. Un'ultima scoperta: Amor Towls con il suo gentiluomo a Mosca, un libro scritto bene, strutturato bene, delicato, intelligente e colto.

D. Cosa cercate in un libro? Cosa attira di più la vostra attenzione: la copertina, il titolo, l’autore, la bandella con la storia?
R. L’attenzione è spesso attirata da tutte queste cose anche se in diversa proporzione, ma siamo convinte che sia il libro a “chiamare” noi. Sono stati molti i casi di vere e proprie sorprese inaspettate.

D. Quale argomento vi appassiona e, secondo voi, viene poco considerato dagli editori italiani?
R. In genere l’offerta dei temi trattati è ampia e soddisfacente… non altrettanto, però, la qualità delle proposte. Noi siamo amanti dei romanzi storici e abbiamo una rubrica di recensioni sulla rivista Nuova Storia (ex Storia in rete) che si intitola La storia è un romanzo. Ultimamente facciamo fatica a reperire testi di qualità in questo genere, ormai molto contaminato. Vero che quest'anno il Premio Bancarella è stato vinto proprio da un romanzo storico, ma in quel caso il marketing e la fiction sono stati di grande aiuto.

D. E per finire cosa pensi degli e-book? Secondo te, quali sono i loro pregi e i loro difetti? Li utilizzate?
R. Degli e-book pensiamo tutto il bene possibile. Ormai leggiamo quasi esclusivamente in digitale: sono meno costosi, quindi puoi acquistare più libri!; puoi leggerli in qualsiasi condizione di luce, quando sei in vacanza o viaggi lo spazio occupato è minimo, puoi portare tutta la tua biblioteca sempre con te… difetti francamente non ne vediamo se non all’inizio qualche difficoltà di attivazione che può frenare lettori più anziani o poco tecnologici.

Chi sono Elena e Michela Martignoni
Sorelle, milanesi, lettrici compulsive fin dall’infanzia (scrittrici in erba di diari e storielle) appassionate di molti generi: dallo storico (il primo amore!) ai polizieschi, ai gialli, alla fantascienza e alla scienza (se non troppo specifica!) alle letterature con la L maiuscola (in particolare del Nord Europa e del Sud America). Hanno scritto 5 romanzi sulla famiglia Borgia, pubblicati anche in Spagna. Ora sono tutti reperibili in eBook. Per Mondadori hanno pubblicato nel 2015 Il Duca che non poteva amare ambientato a Urbino nel 1488. Con lo pseudonimo di Emilio Martini, pubblicate da Corbaccio (gruppo GEMS) sono al sesto episodio della saga del Commissario Berté.
Scrivono anche racconti e novelle, e curano una rubrica di recensioni di romanzi storici sulla rivista Nuova Storia.
Per saperne di più potete visitare il loro sito.

 

 

 

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