Paeseggiando, per ritrovare memoria e identità individuale

 

 

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Dalla sua nascita nel
2011 ha organizzato numerosi eventi. Dal 12 al 14 settembre proporrà la terza, e conclusiva, tappa del convegno itinerante Quali processi di modernizzazione e di salvaguardia dell'identità mediterranea?. Per saperne di più abbiamo rivolto alcune domande a Marisa Callisto, presidente dell’associazione.

Nata nel 2011, per volontà di Marisa Callisto che ha coinvolto nell’avventura i suoi amici Piero Cortese, Mariano Serpe e Giancarlo Gargano, Paeseggiando si è trasformata in associazione solo lo scorso novembre. In questo pochi anni ha fatto molta strada e organizzato tanti eventi. Il prossimo appuntamento si terrà dal 12 al 14 settembre al castello medioevale di Sperlinga in Sicilia. Si tratta della terza e ultima tappa del convegno itinerante Quali processi di modernizzazione e di salvaguardia dell'identità mediterranea?.

Anche il nome ha un preciso significato, per saperne di più abbiamo rivolto alcune domande a Marisa Callisto.

 

D. Come nasce Paeseggiando?
R. Ho fondato Paeseggiando nel Settembre del 2011 come Gruppo Facebook ed è stato sin da subito attivo. Siamo diventati Associazione Culturale solo a Novembre dello scorso anno dopo un percorso che ha visto consolidarsi il rapporto con alcuni dei primi iscritti al Gruppo e che oggi  fanno parte del Direttivo: Piero Cortese, Mariano Serpe e Giancarlo Gargano. Io ne sono diventata Presidente. I soggetti attivi all'interno dell'Associazione sono diversi e spaziano dalla Campania alla Sicilia senza trascurare la Calabria dove siamo nati. Tutti importanti, ciascuno per la sua parte di competenza. I ruoli hanno un valore non esclusivo in quanto lo sforzo che stiamo cercando di porre in essere è quello di attivare forze diverse intorno ad un pensiero condiviso che si fa valore – guida che è la “mediterraneità”.
Inoltre, cerchiamo di coinvolgere di volta in volta i diversi soggetti istituzionali e non presenti sul territorio secondo una visionemembri-direttivo soci-fonda allargata del “fare insieme” in relazione agli eventi che programmiamo e realizziamo.
E' difficile sintetizzare cosa è Paeseggiando perché partendo da un pensiero semplice si è arricchito di forme e contenuti che si sono trasformati in un pensiero più complesso.
Paeseggiando nasce per far conoscere i paesi ponendoli al centro delle proprie attività.
Sin da subito, uno dei paradigma di Paeseggiando è stato quello del superamento dei propri campanili e delle chiusure che questi sollecitano.
Il nome “paeseggiando” infatti è la contrazione di “paese – viaggiando” con riferimento ai piccoli paesi che qui si connotano come entità universali, dove il viaggiare è riferito anche al viaggio interiore, quello che ci porta oltre noi stessi.
Paeseggiando è nato una sera al ritorno da uno di questi “ viaggi” non lontano da dove abito, Malvito, un piccolo paese della provincia di Cosenza e non è un'idea che nasce per caso. È sempre stato in itinere durante il mio peregrinare di paese in paese per vari motivi.
Ho sempre pensato che i nostri paesi fossero dei piccoli scrigni di straordinaria Bellezza, protagonisti di una storia, quella del Mediterraneo, per sua natura variegata, contraddittoria e complessa. Nonostante ciò una certa rassegnazione e talune scelte politiche ne hanno fatto centri destinati alla desertificazione e all'oblio per non parlare dei diversi interventi isolati e privi di progettualità assolutamente incoerenti che ne hanno devastato i caratteri originari.
Ho sempre pensato che li stavamo trasformando in “non luoghi”, privi di senso, cancellandone la Memoria e con essala nostra Identità individuale e collettiva già in parte fagocitata dai modelli culturali proposti dalla globalizzazione.
Ciò non significava opporsi alla modernità, né tantomeno perseguire fini di cristallizzazione del passato perché non ho mai negato la Storia e il suo divenire. Avrebbe significato la negazione del Tempo stesso.
Semplicemente non ho mai concepito l'adesione totale alla modernità e alla globalizzazione  come solo risposte possibili al nostro divenire stesso.
I nostri Paesi, soprattutto quelli del Mediterraneo, sono sempre stati noti per la loro capacità di assorbire e di reinventare gli spazi di vita stranieri. Infatti si sono sempre alimentati della storia e delle architetture importate da altre realtà per poi esportarle dopo un processo attento di metabolizzazione.
Ritengo infatti che ricercare intorno ai paesi, ma anche le città del Mediterraneo, vuol dire analizzare anche le diverse realtà ed indagare su di esse.
Ne consegue che i nostri centri storici rappresentano i templi della Memoria e dell'Identità collettiva spesso resettati dalle scelte di cui parlavo prima.
La Modernità deve essere filtrata al fine di valorizzare tali sacrari secondo paradigma di sintesi tra l'esistente e il presente per dare vita a forme sempre più nuove ed evolute ma legate tra di loro.
Un altro aspetto che ho subito evidenziato è il seguente: se è vero che viviamo una profonda crisi, sotto tutti i profili, è anche vero, e ne sono profondamente convinta, che possiamo ri-partire proprio dal paese, anche economicamente.
Concludo richiamando una frase di Nino Arrigo, presidente del Museo del Presente di Nicosia in provincia di Enna, nostro partner in diversi progetti che abbiamo realizzato insieme: “...alla “macdonalizzazione” del pensiero così come definito da George Ritzer, alfa e omega di una società bulimica e anoressica, bacchettona e trasgressiva allo stesso tempo, al pensiero del Nord, figlio del calcolo e di una razionalità monolitica, dovremmo opporre un pensiero del Sud, un moderno pensiero mediterraneo, sulle orme di pensatori come Edgar Morin e Franco Cassano. Occorre, dunque, oggi più che mai, andare al Sud, non tanto della geografia, quanto del pensiero”.

D. Come si sposano cultura e tecnologia?
R. Se consideriamo i due concetti separatamente possono sembrare in antitesi per il diverso valore che è sempre stato loro attribuito, in particolare per la natura e l'essenza della cultura che qui, immagino, voglia richiamare quella umanistica.
Penso che forse bisognerebbe fare una premessa onde potere definire i termini del rapporto tra l'una e l'altra.
Partirei dal concetto di “cultura” che, globalmente considerato, indica un insieme di conoscenze specialistiche dotate di valore non solo teorico o contemplativo, ma anche politico e soprattutto pratico. Ne consegue che la stessa tecnologia può configurarsi essa stessa come cultura.
Ci troveremmo quindi di fronte alla cultura “umanistica” e a quella tecnologica che nell'insieme costituiscono cultura seppure ciascuna riferita ad un ambito particolare.
Forse dovremmo parlare di cultura e in-cultura nel senso che la conoscenza non diventa cultura se non può essere comunicata.
Forse si potrebbe discutere sui fini delle diverse culture. Quella tecnologica parrebbe non contenere il fine etico, ma forse non è così se la consideriamo strumento attraverso cui perpetuare le conoscenze, quindi strumento di rinnovamento intellettuale ed etico che per tale ragione, pur nei limiti, lo carica di un valore aggiunto.
Paeseggiando nasce e si consolida attraverso la rete virtuale anche se poi ha avuto una estrinsecazione all'esterno ritenendo lo strumento della rete virtuale comunque limitante. Oggi infatti noi siamo una realtà fisica che è andata oltre quella virtuale.
Riteniamo che la tecnologia può rappresentare uno strumento importante per i fini che ci siamo proposti coniugando Etica, Pensiero e Tecnologia.
Si può giungere infatti ad una rinnovata percezione dei paesi stessi, dei loro spazi, dei loro monumenti, delle loro rovine, dei loro reperti musealizzati e non, della loro “memoria” attraverso una combinazione di saperi e di tecnologia che possono anche migliorare l'esperienza culturale, rafforzare l'integrazione sociale oltre che favorire la creazione di luoghi virtuali in cui si possono condividere informazioni al fine anche di favorire la crescita sociale ed economica.

D. Quando iniziative avete realizzato in questi anni? Come ha risposto il pubblico?
R. Sono tante le iniziative promosse in questi ultimi anni finalizzate a promuovere i paesi, le loro specifiche realtà urbanistiche e architettoniche, artistiche, monumentali, paesaggistiche e naturalistiche.
Gli eventi che si sono snodati nel tempo sono stati diversi e diversificati, da quelli escursionistici a quelli più strettamente culturali, ma sempre inseriti all'interno di un contesto di “senso” progettatoa priori affinché se ne potessero verificare gli effetti anche dopo.
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Siamo stati sempre
avulsi dall'improvvisazione e dalla realizzazione di eventi quali meri riempitivi di spazio e di tempo, che definisco “vuoti a perdere”.
Un Evento deve lasciare una traccia da metabolizzare e interiorizzare.
Stiamo per chiudere il Convegno itinerante “Quali processi di modernizzazione e di salvaguardia dell'Identità mediterranea?”partito da Malvito, giunto a Rossano, sempre in provincia di Cosenza e  noto come la Capitale bizantina del Sud, per approdare presso il Castello di Sperlinga in provincia di Enna.
Molti i relatori intervenuti, ciascuno dei quali ha dato un contributo importante delineando diversi aspetti all'interno di uno stesso tema.
Alcuni di essi sono diventati parte del processo, fra cui Stefano Di Stasio, un ingegnere di Caserta, con il quale abbiamo attivato un percorso parallelo che è operativo e che si fonda sui valori evidenziati. Il Convegno itinerante nasce da un'idea sviluppata con Nino Arrigo che ha visto poi la collaborazione di più Associazioni tra cui Gli amici di Lubit, l'Associazione Culturale Roscianum di Rossano, oltre alla Pro Loco di Nicosia in provincia di Enna.
Oggi fra i nostri partner vi è anche la sezione regionale siciliana di Italia Nostra che seguirà la pubblicazione degli atti dei tre Convegni.
La partecipazione ai nostri Eventi è sempre stata numerosa, seppure diversi tra di loro però tutti radicati nel medesimo valore che è diventato aggregante al di là delle singole differenze perché risponde ad un bisogno: riprendersi se stessi ela propria Identità.

D. Cosa avete in cantiere per il futuro?
R. Per quanto riguarda i progetti futuri, coerentemente ad un altro dei nostri pensieri per cui al pensiero deve seguire la sua rappresentazione concreta in termini di azione e di operatività, stiamo attivando un percorso parallelo partito da Ruviano, un paesino in provincia di Caserta, lo scorso 26 Luglio con una Tavola Rotonda, un vero e proprio tavolo di lavoro articolato in due sessioni che si sono sviluppate durante l'intera giornata sul tema “ Il distretto culturale e le risorse dei territori mediterranei”.
Tra gli obiettivi vi è infatti quello di dare vita a dei distretti culturali che richiamano il concetto di “rete” iniziale ma sotto un diverso profilo, quello operativo senza trascurare l'idea di creare distretti culturali virtuali.
Sono consapevole del fatto che si tratta di un Progetto ambizioso. Ma... perché no?
Anche tre anni fa sembrava impossibile tutto ciò che abbiamo realizzato fino a questo momento. Il Cammino si fa camminando ...guardando qualche chilometro più avanti.

                                                      paeseggiando

Chi desidera essere sempre informato sulle attività di Paeseggiando può consultare la pagina Facebook.

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