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Leggere, secondo Gianluca Arrighi

 

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Il maestro del legal thriller italiano è stato molto tollerante
anche con libri molto noiosi, ma compiuti i quarant’anni…


D. Quando vuoi rilassarti preferisci: guardare la televisione, andare al cinema o leggere un libro?
R. Leggere un libro, ovviamente, purché sia un bel thriller.

D. Dove leggi abitualmente: in poltrona, a letto, alla scrivania? Se potessi scegliere, quale sarebbe il tuo luogo ideale per la lettura?
R. Quando sono seduto in poltrona alla mia scrivania vuol dire che sto lavorando o che sto scrivendo, quindi niente svago. Leggo prevalentemente sdraiato e comodo sul divano di casa mia. Direi che è proprio quello il luogo ideale, sono un inguaribile pantofolaio.

D. Nel suo famoso Decalogo, al terzo posto, Daniel Pennac sancisce il diritto del lettore a “non finire il libro”: tu hai seguito questo consiglio? Se sì, con quale libro e perché?
R. Sino ad oggi ho sempre terminato ogni libro che ho iniziato a leggere, anche il più noioso. Tuttavia, compiuti i quarant’anni, sono diventato meno tollerante. La lettura deve essere un piacere assoluto, quindi non è escluso che in futuro mi avvarrò del…”diritto Pennac”.

D. Qual è il libro -o i libri- che più hai amato? E quello o quelli che si sono rivelati una delusione?
R. A parte i classici, sicuramente Il Centodelitti di Scerbanenco. Un libro straordinario, che mi ha segnato sia come lettore che come autore. Quanto alle delusioni, sono state tante. Tuttavia, com’è noto, non parlo mai dei libri o degli scrittori che non mi piacciono.

D. Cosa cerchi in un libro? Cosa attira di più la tua attenzione: la copertina, il titolo, l’autore, la bandella con la storia?
R. Un libro, per piacermi, deve essere “vivo”; deve avere la capacità di catturare l'attenzione del lettore già dalla prima riga e portarlo fino al colpo di scena conclusivo, incatenato dalle svolte della trama e anche dalla verità dei dettagli. Ciò che attira la mia attenzione è l’autore, il resto conta poco.

D. Quale argomento ti appassiona e, secondo te, viene poco considerato dagli editori italiani?
R. Oltre al thriller e alle crime stories, l’altra mia passione letteraria e cinematografica è l’horror. In Italia abbiamo diversi bravi autori di genere che, a mio avviso, dovrebbero trovare maggiore spazio nelle scelte degli editori.

D. E per finire cosa pensi degli e-book? Credi che potranno sostituire i libri cartacei?
R. Gli e-book hanno ormai invaso il mercato editoriale e rappresentano una realtà commerciale che non può essere sottovalutata. Non so se potranno sostituire il cartaceo, ma il libro per me rimane un oggetto feticistico, che deve essere toccato, sfogliato, guardato, annusato.

D. Li utilizzi? Secondo te, quali sono i loro pregi e i loro difetti?
R. Mai letto un e-book.

 

Chi è Gianluca Arrighi
E’ nato nel 1972 a Roma, dove vive e lavora. Avvocato penalista di fama, è cultore di Diritto Penale alle università di Roma e Cassino. Considerato il maestro del legal thriller italiano, è autore dei romanzi Crimina romana (2009) e Vincolo di sangue (2012, rimasto per sei mesi in classifica nella top ten dei libri più venduti) oltre che di numerose novelle noir pubblicate da importanti quotidiani e settimanali.
In primavera con Anordest uscirà L’inganno della memoria.
Chi desidera conoscere meglio l’autore può visitare la sua pagina Facebook.

 

 





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