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Leggere, secondo Frank Spada

 

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L’autore della serie dedicata al detective Marlowe si racconta, naturalmente nel suo modo bizzarro e informale.

 

D. Quando vuole rilassarsi preferisce: guardare la televisione, andare al cinema o leggere un libro?
R. In ordine sparso mi piace: ascoltare musica, come quella che trovate al seguente link; alla televisione preferisco un libro, come si può vedere anche alla pagina linkata, ovviamente mi piace leggere, ad esempio mi piacerebbe avere il libro che trovate al link. Inoltre a volte mi rilasso la punto della dita disegnando, un esempio delle mie creazioni? Daltonismo enfatico e Verticalismo orizzontale.

D. Dove legge abitualmente: in poltrona, a letto, alla scrivania? Se potesse scegliere, quale sarebbe il suo luogo ideale per la lettura?
R. Ovunque possa stendere le gambe. Ovunque mi si lasci fumare senza badare a dove lancio il mozzicone.

D. Nel suo famoso Decalogo, al terzo posto, Daniel Pennac sancisce il diritto del lettore a “non finire il libro”: lei ha seguito questo consiglio? Se sì, con quale libro e perché?
R. Da bambino ho avuto la fortuna di mettere le mani di nascosto nella libreria di mio padre - ammetto che molti libri non erano assolutamente adatti alla mia età – poi la curiosità ha preceduto le scuole elementari e ho smesso di farmi prendere in braccio dalle maestre (erano due, tralascio i loro nomi: pace all’anima loro).

D. Qual è il libro -o i libri- che più ha amato? E quello o quelli che si sono rivelati una delusione?
R. Mary Poppins, perché poi ho visto il film e mi è piaciuto e… Heart of Darkness il libro in edizione limitata, che ho già citato nella risposta alla prima domanda. Si sono rivelati una delusione gli abbecedari e gli elenchi del telefono.

D. Cosa cerca in un libro? Cosa attira di più la sua attenzione: la copertina, il titolo, l’autore, la bandella con la storia?
R. Ogni tanto vado in questa libreria, sbircio un po’ qua e là e infine esco a fare quattro passi per dimezzare un caffè in due tazzine con John Atta, e ne parliamo.

D. Quale argomento l’appassiona e, secondo lei, viene poco considerato dagli editori italiani?
R. Quello che ho in mente in quel momento e che poi trovo in vecchie edizioni al mercatino dell’antiquariato.

D. E per finire cosa pensa degli e-book? Crede che potranno sostituire i libri cartacei? 
R. Se stiamo per finire, meglio puntualizzare che il calendario appeso alle mie spalle, accanto al barometro che insegue la mia vita, dice che oggi è il 27 maggio del 2013 e che io amo ascoltare buona musica.
E con ciò rispetto la promessa che le avevo fatto di rispondere a tutte le domande.
Quanto agli e-book, penso che hanno aperto nuove frontiere - praterie dove migrare, un po’ come avvenne per la corsa all’oro o la conquista del far-west.

D. Li utilizza? Secondo lei, quali sono i loro pregi e i loro difetti?
R. Cade male, gentile Marinella, se un eteronimo è virtualmente qualcuno che non c’è, la realtà è lontana dalla virtuosità reale: non possiedo lettori in tavoletta o chincaglierie del tipo… viva la modernità, e con questo la ringrazio per avermi scosso la polvere d’addosso.

Chi è Frank Spadafrank-in-inghilterra
Uno pseudonimo, nato a Udine. Ha iniziato a scrivere in tarda età - esattamente il 7 gennaio del 2007 - vari suoi racconti sono stati selezionati in concorsi e premi letterari, e sono pubblicati in svariate antologie. Con Robin Edizioni (Roma) ha pubblicato i primi tre romanzi della serie che vede come protagonista Marlowe: un detective via di testa, che ama la West-Coast californiana, anni Cinquanta, il Jazz, il Cinema e le avventure letterarie - l’autore vive attualmente ad Amarillo, negli Stati Uniti, in una casa di riposo per anziani.

Se volete saperne di più sui libri di Frank Spada, potete leggere la recensione di Marlowe ti amo

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