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Leggere, secondo Sergio Veneziani


Sergio Veneziani
D. Quando vuoi rilassarti preferisci: guardare la televisione, andare al cinema o leggere un libro?

R. Guardare la TV per me significa solo guardare un po’ di sport o pochissime trasmissioni (per poco tempo). (...)

Per il resto la TV funge da proiettore per film che abbiamo preventivamente comprato. Quindi l’opzione vera è cinema o libro. Alternativamente.
 

D. Dove leggi abitualmente: in poltrona, a letto, alla scrivania? Se potessi scegliere, quale sarebbe il tuo luogo ideale per la lettura?
R. Preferibilmente a letto, in alternativa sul divano con un po’ di musica. Mai in poltrona e mai alla scrivania. Magari in spiaggia, in giardino. Il luogo ideale è proprio il letto. Anche di giorno.
 

D. Nel suo famoso Decalogo, al terzo posto, Daniel Pennac sancisce il diritto del lettore a “non finire il libro”: tu hai seguito questo consiglio? Se sì, con quale libro e perché?
R. Ho lasciato lì tantissimi libri, senza vergogna. Nuovi o vecchi, deludenti. Non ricordo in particolare nessuno proprio perché non mi hanno colpito. Dei grandi classici, che ricordi: i russi, che non amo affatto e L’uomo senza qualità di Robert Musil. Sono uno di quelli che trova insopportabileDostoevskij (non so neppure come si scrive).

D. Qual è il libro che più hai amato?
R. Per tanto tempo Cento anni di solitudine di Gabriel García Márquez. Da ragazzo Ulisse di James Joyce. Poi Tenera è la notte di Francis Scott Fitzgeraldinsieme a tanta letteratura americana. Adesso non saprei dire. Ricordo il piacere che mi aveva dato Braci di Sador Marai. Ma il libro preferito di fatto è una variabile dipendente da umori e stati d’animo.

D. Cosa cerchi in un libro? Cosa attira di più la tua attenzione: la copertina, il titolo, l’autore, la bandella con la storia?
R. Cerco una storia che catturi, che mi interessi. Non guardo le copertine. Il titolo è più importante. L’autore anche.  Al momento mi piacciono storie di Paesi “diversi”, ambientati in culture diverse. Del solito giallo americano con la cultura del Mississippi non ne posso più.

D. Quale argomento ti appassiona e, secondo te, viene poco considerato dagli editori italiani?
R. Gli editori italiani pubblicano tanto, non ho mai pensato che trascurassero qualcosa.

D. E per finire cosa pensi degli e-book? Credi che potranno sostituire i libri cartacei? 
R. Li ho scoperti da pochi mesi e li sto apprezzando molto. Costano meno. Li scarichi in un baleno (quindi la voglia o lo stimolo sono immediatamente soddisfatti: senti parlare, clicchi e leggi). Non so se sostituiranno i libri di carta e non lo credo, come la radio e la televisione. Credo che siano una vera minaccia per i saggi perché un e-book è materiale di lavoro (copi, incolli, selezioni, cambi, traduci) mentre quelli di carta sono molto meno utilizzabili.

D. Li utilizzi? Secondo te, quali sono i loro pregi e i loro difetti?
R. Certo, leggo su Kindle e su I-pad. Apprezzo il fatto che i due sistemi siano perfettamente compatibili. Ne amo il prezzo (classici praticamente gratis), la versatilità, la comodità. Se leggi in lingua puoi avere il dizionario online sempre pronto. Ammetto che la mistica dell’oggetto (profumo della carta) è un po’ mortificata. Ma anche la macchina da scrivere aveva un fascino che il pc non ha, eppure scrivo sul pc e non sulla vecchia Lettera 22. Deliziosa, ma inservibile. Del resto, mi piacciono le vecchie auto ma sarei incapace di viaggiare con la comodità delle nuove orrende automobili.

Chi è Sergio Veneziani:
nato a Milano, ha studiato sociologia alla Sorbona di Parigi. Giornalista per 18 anni (Espansione, Il Giorno, Capital), direttore della comunicazione in IBM Semea, Camera di Commercio e Alcatel, ora executive vice presidente di Edelman Italia.

Se ne avete voglia, potete visitare anche il blog di Luisa&Sergio.

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