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Leggere, secondo Sarah Sajetti

 

Sarah Sajetti

D. Quando vuoi rilassarti preferisci: guardare la televisione, andare al cinema o leggere un libro?
R. La televisione per me è un oggetto quasi sconosciuto, non ho neppure il decoder! (...)

 

 


La uso solo per guardare film o, al più, qualche fiction: è assolutamente scontato per me che scrivo di delitti, ma Dexter è un must, mentre i vari CSI mi annoiano a morte. Poi Fringe, ma sostanzialmente perché mi piace la protagonista, Anna Torv.
Vado al cinema quasi tutte le settimane, in particolare in un piccolo cinema gestito da un gruppo di appassionati, il Rondinella di Sesto San Giovanni (spot pubblicitario), che offre una programmazione selezionata e varia; tre o quattro volte all’anno invece mi infilo in un multisala per una serata trash.
E poi ovviamente leggo, un po’ di tutto ma soprattutto gialli e noir. Quando mi appassiono a un autore sono seriale: in questo momento ho in corso una cotta per Joe R. Lansdale, un pazzo visionario con una grande vena comica e una punta di saggezza.

D. Dove leggi abitualmente: in poltrona, a letto, alla scrivania? Se potessi scegliere, quale sarebbe il tuo luogo ideale per la lettura?
R. Leggo sul divano circondata da tutto quello che mi serve, sigarette innanzi tutto. Se un libro mi appassiona voglio calarmici dentro completamente e muovermi il meno possibile. È per quello che odio i libri troppo lunghi, ci vuole troppo tempo per leggerli e non posso estraniarmi dal mondo per una settimana intera. Così solitamente cerco libri da divorare in due-tre giorni: la serie di Stieg Larsson, da questo punto di vista, è stata un vero supplizio!

D. Nel suo famoso Decalogo, al terzo posto, Daniel Pennac sancisce il diritto del lettore a “non finire il libro”: tu hai seguito questo consiglio? Se sì, con quale libro e perché?
R. Pennac è un altro autore che ho amato moltissimo e quando ho letto il suo Decalogo l’ho amato ancora di più. Da sempre se un libro non mi piace lo abbandono senza nessun senso di colpa. Mi è capitato spesso, solitamente per noia. Se un autore non riesce ad agganciarmi alla pagina non è certo colpa mia! È anche capitato che semplicemente non fosse il momento giusto per leggere un certo libro che però mi interessava. In questi casi li lascio sulla scrivania, in attesa che arrivi il momento giusto. Per alcuni non arriva mai e stanno lì per mesi, in qualche caso anni, finché non decido che proprio non è cosa. Allora li regalo.

D. Qual è il libro che più hai amato?
R. Se devo sceglierne uno solo, Il minotauro di Friedrich Durrenmatt. L’ho letto e riletto e ogni tanto lo rileggo ancora e ogni volta mi emozionano il ritmo della scrittura e la capacità dell’autore di indagare a fondo l’essere umano.

D. Cosa cerchi in un libro? Cosa attira di più la tua attenzione: la copertina, il titolo, l’autore, la bandella con la storia?
R. Cerco cose diverse a seconda dei momenti e quindi mi lascio attrarre ogni volta da qualcosa di diverso.

D. Quale argomento ti appassiona e, secondo te, viene poco considerato dagli editori italiani?
R. La letteratura omosessuale, e con questo intendo scritta da omosessuali e con personaggi omosessuali. Non sto parlando solo di storie d’amore, ma di quella particolare visione del mondo che inizi a sviluppare già da adolescente, quando ti accorgi che ti piace qualcuno del tuo sesso e che questo fa una differenza. È qualcosa che secondo me cambia il modo di vedere le cose. I primi libri di David Leavitt sono un esempio chiaro di quello che intendo, ma purtroppo di autori e autrici come lui ce ne sono pochi o quantomeno ricevono poca attenzione dall’editoria mainstream.

D. E per finire cosa pensi degli e-book? Credi che potranno sostituire i libri cartacei?
R. Non credo che l’editoria digitale potrà sostituire completamente quella cartacea, un sacco di gente ha bisogno della carta, dell’odore della stampa, delle pagine da sfogliare, del rapporto fisico con il libro. Per alcuni sono oggetti di culto da maneggiare con attenzione, guai anche a fare l’orecchio per tenere il segno, un mio amico invece ci scrive sopra, appunti, idee, numeri di telefono e dopo anni gli piace ritrovare quei pezzi di vita consegnati alle pagine. Tutto questo con un e-book non è possibile. Però i libri elettronici hanno altri pregi: non si impolverano, costano poco, sono facili da acquistare e da trasportare, per esempio.

D. Li utilizzi? Secondo te, quali sono i loro pregi e i loro difetti?
R. Li utilizzo molto, anche se effettivamente anche per me la carta ha un fascino insostituibile. E passeggiare in una libreria non è certo come consultare il sito di un distributore digitale. Ma penso che risparmiare sulle spese di stampa e distribuzione, pagare di più gli autori in virtù di questi risparmi, utilizzare meno carta, poter acquistare un libro anche alle due di notte, avere la possibilità di stipare 1400 titoli in un oggetto che pesa un paio d’etti siano grandi vantaggi.
Spero solo che la possibilità di pubblicare libri a un costo contenuto non finisca per contribuire a un ulteriore abbassamento della qualità, che negli ultimi tempi anche su carta non è eccelsa. Non sono una snob e attribuisco grande importanza alla letteratura d’evasione, purché sia ben scritta e non totalmente priva di contenuti, di una visione critica, della capacità di scavare un pochino sotto la superficie.

Chi è Sarah Sajetti:
nasce a Milano il 6 maggio 1971 con una dotazione di curiosità ed inquietudini che la inducono, inconsapevolmente, a precorrere e poi cavalcare la precarietà professionale del suo tempo, assecondando le infinite possibilità che si nascondono dietro le curve della vita: correttrice di bozze, militante per i diritti delle persone omosessuali, giornalista, organizzatrice di eventi, cameriera e lavapiatti, stalliera, sociologa, cuoca, coltivatrice diretta. Attualmente è redattrice di guide turistiche, caporedattrice del trimestrale Reallife e direttrice della collana digitale di romanzi lesbici QL2, edita da Robin Edizioni.
Con lo stesso editore, nella collana I luoghi del delitto, ha pubblicato nel 2008 il suo primo romanzo, Volevo solo un biglietto del tram con il quale è arrivata 2° al Premio Belgioioso Giallo, categoria “piccoli editori”. Dal 18 ottobre 2012 è in libreria il suo secondo romanzo, Storie di streghe e di delitti, seguito del primo e sempre edito da Robin Edizioni.
Se vuoi saperne di più sul romanzo, leggi la recensione.

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