Leggere, secondo Emiliano Piccioni


Emiliano Piccioni

D. Quando vuoi rilassarti preferisci: guardare la televisione, andare al cinema o leggere un libro?
R. Delle tre, direi che leggere un libro sia di gran lunga la scelta migliore. Nonostante le centinaia di canali, (...)

 

ripiego sulla tv solo se febbricitante e allettato. Mi piacciono diversi generi di film, ma preferisco vedermeli in pace e senza gente intorno.   

D. Dove leggi abitualmente: in poltrona, a letto, alla scrivania? Se potessi scegliere, quale sarebbe il tuo luogo ideale per la lettura?
R. Mi piace leggere a letto con l’illuminazione fioca di una piccola abat-jour. Potendo, mi piacerebbe leggere su una sdraio sul patio di una casa sperduta di campagna.

D. Nel suo famoso Decalogo, al terzo posto, Daniel Pennac sancisce il diritto del lettore a “non finire il libro”: tu hai seguito questo consiglio? Se sì, con quale libro e perché?
R. Credo sia un diritto fondamentale. Mi è capitato di farlo con moltissimi libri, benché abbia capito che spesso è una questione di status mentale. Mi sono reso conto che un libro, oltre a dover essere scorrevole e interessante, debba avere anche la fortuna di capitarti tra le mani nel momento giusto.    

D. Qual è il libro che più hai amato?
R. E’ stato L’arte di amare di Erich Fromm. Per l’appunto, uno di quei libri capitatomi in un particolare periodo della mia vita che, di fatto, ha contribuito a rendermelo speciale.

D. Cosa cerchi in un libro? Cosa attira di più la tua attenzione: la copertina, il titolo, l’autore, la bandella con la storia?
R. In un libro cerco innanzitutto evasione e spunti di riflessione. Sono fondamentali per me le prime trenta/quaranta pagine, indipendentemente dalla lunghezza totale; difatti riesco a finire un libro solo se m’incuriosisce fin dall’inizio. Un titolo accattivante dal quale si deduca l’argomento o una bandella che sinteticamente m’incuriosisca, sono elementi che, da lettore, non trascuro.

D. Quale argomento ti appassiona e, secondo te, viene poco considerato dagli editori italiani?
R. Spesso mi irrita leggere romanzi di scrittori italiani con personaggi dai nomi inglesi o con ambientazioni oltre confine; come se un luogo o un protagonista dal nome italiano sia deleterio ai fini della buona riuscita di un romanzo. Ovviamente non voglio porre limiti all’immaginazione, ma non capisco perché, ad esempio, un buon romanzo fantasy o di fantascienza debba per forza essere ambientato all’estero. Vorrei essere rassicurato che non dipenda da scelte editoriali.

D. E per finire cosa pensi degli e-book? Credi che potranno sostituire i libri cartacei?
R. Più che gli e-book, credo che la vera rivoluzione sia stata quella di avere, finalmente a prezzi accessibili, dei dispositivi idonei per leggerli. Per idonei intendo dire dei dispositivi dotati di uno schermo che non stanchi, capaci di grande autonomia e con memorie sufficienti a contenere centinaia di libri. Nonostante ciò, e salvo che per motivi ecologici, credo che il cartaceo e l’e-book andranno a braccetto ancora per molto tempo, col primo che diverrà sempre più oggetto di nicchia e collezionismo in favore di una maggiore diffusione dell’altro. Uno scenario molto simile a quello già visto con i cd ed i dischi in vinile. L’e-book ha comunque portato una bella ventata di democrazia (come non menzionare il self-publishing?) a scapito dell’editoria più conservatrice; editoria che inizia ad arrancare come le case discografiche ai tempi di Napster. Sarà inoltre interessante vedere cosa accadrà nelle scuole quando diverranno grandi ed a colori.

D. Li utilizzi? Secondo te, quali sono i loro pregi e i loro difetti?
R. Gli ultimi cinque romanzi che ho letto sono stati tutti in formato e-book. Posso dire che, ai fini della sola lettura, leggere un romanzo su un buon e-book reader è un’esperienza del tutto paragonabile a quella ottenibile dal cartaceo. Il peso è inferiore ad un libro di medie dimensioni (calcolando anche la custodia), gli occhi si stancano come si stancherebbero sulla carta, non si perdono mai i segnalibro ed è facile trovare e-book anche gratuiti. Francamente, per ora, di veri difetti non ne ho trovati, se si esclude il rischio di trasformarsi in lettori molto critici e selettivi (ma sarà poi un problema?).

Chi è Emiliano Piccioni:
è uno scrittore esordiente di fantascienza. Nato a Roma nel 1974, ha scoperto la scrittura solo dopo i trent’anni. Prima, si era dedicato alla musica componendo melodie alle tastiere. Nel 2012, grazie alla diffusione degli e-book ed al self-publishing di Amazon, ha pubblicato due romanzi: La Radio Aliena e Casa. Il primo è stato l’e-book di fantascienza italiano più venduto su Amazon tra Luglio ed Agosto, mentre il secondo è attualmente in gara in un concorso nazionale. Emiliano ama scrivere e pensare le sue storie di notte, prima di addormentarsi. Spesso anche i sogni lo aiutano mostrandogli intere sceneggiature; non a caso metà delle tracce che vorrebbe trasformare in romanzi arrivano proprio dal suo mondo onirico. Tra mille difficoltà economiche, sta traducendo La Radio Aliena in inglese perché spera che un giorno possa allontanarsi dal caos cittadino e campare di sola arte…un sogno, questo, che va ad aggiungersi a tutti gli altri. Attualmente vive con sua moglie ed i suoi due figli a Fiumicino, dove lavora all’addestramento degli equipaggi di cabina Alitalia.
Chi vuole conoscere meglio Emiliano e i suoi romanzi può visitare la sua pagina su Facebook.

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