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Leggere, secondo Marisandra Lizzi

Marisandra Lizzi



D. Quando vuoi rilassarti preferisci: guardare la televisione, andare al cinema o leggere un libro?

R. Bella domanda. Il rilassamento, prima dell’arrivo dei due miei splendidi bimbi, era senza dubbio associato, da sola, alla lettura di un libro, (...)

a un bel film preferibilmente al cinema o anche in Tv, se in compagnia. La Tv fine a se stessa, ossia quella a palinsesto definito l’ho sempre guardata per lavoro, quindi non l’associo al rilassamento. Sono onnivora in tutto, ma oggi devo ammettere che il rilassamento è spesso associato ai film di animazione preferiti dai miei bambini. Stiamo poco con loro, quindi spesso lasciamo che siano loro a dettare le scelte quando ci rilassiamo tutti insieme. So tutto dei Pokemon. E, lo ammetto, Harry Potter non ha segreti per me. Anche se i film più gettonati sono quelli dei supereroi, se sceglie Riccardo, il bimbo di 6 anni; quelli di avventura e fantasy, se sceglie Carlotta, la bimba di dieci.
Quando sono sola, mi abbandono sotto un bellissimo gelso che abbiamo in giardino a leggere riviste (tantissime, ma è lavoro, anche se mi rilassa moltissimo) e il mio inseparabile Kindle. Anche qui leggo tantissimo di lavoro, ma non riesco a distinguere. Il mio lavoro è una passione e mi rilassa anche leggere di come cambia la mia professione negli anni, con l’avvento sempre più spinto e diffuso delle nuove tecnologie. In questo periodo poi sto scrivendo un e-book per la collana Unconventional di 40K. Sto quindi leggendo tantissimo su come cambiano le Pubbliche Relazioni, soprattutto con l’avvento dei social network, ma non solo. Libri per lo più in inglese, ma anche qualche testo in italiano mi sta coinvolgendo parecchio. Difficile trovare il libro perfetto in questo ambito. Sono molto esigente e ho spesso la sensazione del già sentito. Mi rilassa molto però. Il più utile e interessante ad oggi è Cambiare Pagina di Luca De Biase, ma mi sta colpendo anche La Fine dell’era del buon senso di Stefano Maruzzi.

D. Dove leggi abitualmente: in poltrona, a letto, alla scrivania? Se potessi scegliere, quale sarebbe il tuo luogo ideale per la lettura?
R. Assolutamente all’aperto. Sotto il mio gelso preferito nel fine settimana. Al mare in spiaggia. In auto leggo tantissimo ad alta voce a Mauro e ai miei bambini. Con Mauro in auto ho declamato quasi per intero la biografia di Steve Jobs. Mi mancano un paio di capitoli e sto aspettando il prossimo viaggio. Mi sembra di tradirlo se finisco il libro da sola. Pazzesco, a ben pensarci, ma è la pura verità.
A casa leggo poco perché i bambini hanno il sopravvento ed è bello farsi trascinare da loro. Immancabile la storia prima di dormire, ma in casa i titoli più impegnati sono i classici interpretati da Geronimo Stilton. In viaggio, invece, sono una lettrice accanita e viaggio molto. Anche il treno è il luogo ideale. Il posto preferito tra tutti, comunque, è il mio bellissimo gelso nel giardino della mia casa che è anche il mio ufficio.

D. Nel suo famoso Decalogo, al terzo posto, Daniel Pennac sancisce il diritto del lettore a “non finire il libro”: tu hai seguito questo consiglio? Se sì, con quale libro e perché?
R. Mi vergogno ad ammetterlo, ma ho provato a farmi violenza con Il Pendolo di Foucault di Umberto Eco, ma nulla da fare. Dello stesso autore, ho amato da morire Il nome della Rosa, ma Il Pendolo proprio non mi andava giù, eppure ho letto miriadi di recensioni e mi attirava tantissimo. Magari un giorno lo riaffronterò. Forse non era il momento. Altri libri non finiti? Sì, ma quello mi è rimasto più impresso.

D. Qual è il libro che più hai amato?
R. È difficile rispondere a questa domanda. Ci sono stati libri fondamentali in periodi diversi della mia vita. Sembrerà banale, ma un libro molto importante per me che associo all’amore, a un amore immenso che ha cambiato la mia vita, portandola su un binario meraviglioso di scelte e di sano “egoismo” è stato Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry. Un libro che mi ha cambiato, di cui riconosco la semplicità, ma che trovo ogni volta diverso e nuovo quando lo rileggo a me o ai miei bimbi.
Un altro autore che amo tantissimo è Alessandro Baricco.Tra tutti i suoi libri che ho letto e riletto, però, è Novecento quello che, per me, ha un significato più intenso. Il motivo però è quasi sempre esterno al libro. Vedere Eugenio Allegri a teatro leggere Novecento mi ha fatto piangere e gioire di un’intensità che rivivo con emozione al solo pensiero. Libro significativo.

Altri sono stati importantissimi. Cesare Pavese e Primo Levi sono stati pietre miliari nella mia formazione di ragazza, ma torno spesso a rileggerli ancora oggi. Il Cammino di Santiago di Paulo Coelho e La Profezia di Celestino di James Redfield sono altri due libri che hanno scandito un momento difficile della mia vita. Insomma, i libri sono compagni di vita e segnano momenti importanti. Il mix tra vita narrata e vita reale li rende indelebili nel ricordo. Anche Una Questione Privata di Beppe Fenoglio è stato un libro che ho amato molto. Altri, tanti, ma non riesco a sceglierne uno solo tra tutti. Vorrei ricordarmi qual è stato il primo che mi ha spinto a diventare appassionata di pagine e di parole, ma non me lo ricordo. Ricordo solo che un clic è avvenuto un giorno, ma … forse Il gabbiano Jonathan Livingstone di Richard Bach, ne ho solo un vago ricordo. Sto invecchiando, forse, ma proprio non riesco a ricordarmelo. So che deve essere avvenuto e sarebbe bello rileggerlo.

D. Cosa cerchi in un libro? Cosa attira di più la tua attenzione: la copertina, il titolo, l’autore, la bandella con la storia?
R. Senza dubbio la storia. Leggo molti giornali e sono spesso le recensioni a indirizzarmi. Ultimamente sono alla ricerca di nuove stelle polari. Bello l’ultimo di Massimo Gramellini -Fai bei sogni-, ma preferisco la sua vena ironica quotidiana su La Stampa. Non so, ultimamente, forse leggo troppo per lavoro.

D. Quale argomento ti appassiona e, secondo te, viene poco considerato dagli editori italiani?
R. Sono appassionata di storie di personaggi che hanno cambiato il mondo. Moderni e del passato, ma se ne trovano di storie. Adesso sto leggendo La vita di Abraham Lincoln, ma ho letto ogni biografia esistente di Jeff Bezos, fondatore di Amazon.com, preferendo Get big fast di Robert Spector e, come detto, tutte quelle di Steve Jobs.
Non saprei cosa manca agli editori italiani. Ad essere sincera a volte mi disorienta la quantità. Mi pare impossibile si pubblichino tanti libri quando, in fondo, si legge abbastanza poco. Adoro andare in libreria e farmi orientare dal caso, dalla copertina, da un particolare, una parola. Dal libro che riesce a catturare il mio interesse in quel momento. Amo anche la biblioteca e ci porto i miei bimbi talvolta. Meno di quanto vorrei. Se un libro mi pace, però, lo voglio possedere e finisco per comprarlo.

D. E per finire cosa pensi degli e-book? Credi che potranno sostituire i libri cartacei?
R. Il mio primo Kindle risale al 2009. Oggi ho un Kindle per ogni genere di libri. Uno che utilizzo per lavoro e che porto con me quando viaggio. Ne ho uno che leggo coi bambini. Ne ho uno per rilassarmi. Quello per il fine settimana e i viaggi di relax e per le vacanze.
Ma quando leggo un libro che mi piace, lo compro anche in cartaceo. Mi piace moltissimo “assaggiare” i libri. Scarico miriadi di sample/campioni gratuiti. Adoro assaggiare di tutto. Sono onnivora, ne scarico tantissimi e poi, se mi piacciono, li acquisto. Se mi piacciono, li leggo, li sottolineo e scarico le note. Dei libri di lavoro mi piace anche condividere sui social network le sottolineature.
Adoro la libertà di avere accesso ai libri che voglio nel momento in cui ne sento la necessità. Per lavoro è un valore aggiunto unico. Per diletto, ne scopro ogni giorno le potenzialità. Leggere poi dall’inglese significa arrivare ai libri nel momento in cui vengono pubblicati. Un tempo era così difficile. Lo trovo un’occasione incredibile di apprendimento. Contagio di lettura. Lo trovo meraviglioso. Più leggi, più leggeresti. Magico e senza tempi morti. Ogni momento di pausa per me è leggere. Un tempo non era possibile. Non certo portando con sé una libreria in poco più d 100 grammi.

D. Li utilizzi? Secondo te, quali sono i loro pregi e i loro difetti?
R. Temo di aver risposto nella domanda precedente tipo fiume in piena. In compenso non ho terminato di rispondere alla precedente. Sostituire i libri cartacei? No, non credo proprio. Forse la manualistica. Ma i bei libri ci saranno sempre perché dopo averli letti in digitale, è una necessità poterli possedere nella loro fisicità. Per quanto riguarda enciclopedie, dizionari e manuali, quelli possono anche rimanere digitali e avere i vantaggi della ricerca testuale. Ma un bel libro, quello dovrà sempre avere anche il suo corpo di carta. Non credo alla sostituzione. E poi le statistiche confermano che chi ha un lettore di libri elettronici, compra più libri, non solo digitali, anche di carta. E se si comprano, secondo me, si leggono anche.
Spero che e-book e i dispostivi di lettura digitale si diffondano sempre più nelle scuole e spero che le cartelle dei nostri figli non siano più appesantite dalla carta, ma che le loro menti siano sempre più conquistate dalle parole. Che queste scorrano su inchiostro elettronico o su un tablet o su carta, poco importa, l’importante è che la passione della lettura trovi il suo spazio nelle scelte di intrattenimento e di relax dei giovani. Pare che i dati ci dicano proprio questo e allora ben vengano i device/strumenti di ogni genere e forma se fanno leggere di più tutti noi e i nostri ragazzi.


Chi è Marisandra Lizzi:
la folgorazione per Marisandra Lizzi arriva nel 1996 con il libro Diventare multimediali di Roberto Liscia... Può la rete davvero cambiare la qualità della vita? Può davvero diventare un lavoro? Può consentire di fare scelte di delocalizzazione e non costringerti a lavorare tutto il giorno in un ufficio nel centro di una grande città? Può consentire di fare due bimbi, vivere su una collina, lavorando, possibilmente non nei campi? Il suo pollice verde praticamente nullo non glielo consentirebbe. Insomma queste le domande di una neolaureata, delusa dalla carriera commercialistica faticosamente intrapresa negli anni infiniti dell'università, in cerca di una strada che poi magicamente si è materializzata man mano trasformandosi in un percorso di vita.
Oggi lavora su una collina a Salsomaggiore Terme dove cura l'ufficio stampa di importanti realtà italiane e non solo del Web e dove ha fondato due società: Mirandola Comunicazione e iPress. Quest’ultima è una start up che la sta coinvolgendo tantissimo e che, grazie a un periodo di incubazione che ancora non è terminato, le ha dato l’incredibile opportunità di vivere l’adrenalina della Silicon Valley. Con Mirandola oggi collaborano, direttamente dalle proprie città, altri uffici stampa, ciascuno con proprie competenze in particolari aree di intervento maturate in più anni di esperienza. Questo perché la sede di Mirandola, in un certo senso, è proprio il Web. Solo grazie a Internet è infatti possibile gestire con tutti loro le riunioni di coordinamento e le attività lavorative senza che debbano modificare le proprie vite e le proprie abitudini. Fondamentale soltanto un comune denominatore: un background di entusiasmo, esperienza, profonda preparazione e un’assoluta passione per le relazioni pubbliche e l’ufficio stampa.

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