Leggere, secondo Mirka Ritelli

Pubblicato in Interviste

 
Mirka Ritelli

 

D. Quando vuoi rilassarti preferisci: guardare la televisione, andare al cinema o leggere un libro?
R. Preferisco leggere un libro (...)

 

D. Dove leggi abitualmente: in poltrona, a letto, alla scrivania? Se potessi scegliere, quale sarebbe il tuo luogo ideale per la lettura?
R. A letto, di sera, come ultimo rito della giornata, prima di prendere sonno o come prologo alla giornata di festa, la domenica mattina, sempre a letto, prima di alzarmi.


R. Nel suo famoso Decalogo, al terzo posto, Daniel Pennac sancisce il diritto del lettore a “non finire il libro”: tu hai seguito questo consiglio? Se sì, con quale libro e perché?
R. Per molti anni ho provato un rispetto sacrale per la parola scritta, che mi spingeva a concludere ogni libro sempre e comunque. Con gli anni, sono diventata più tollerante verso me stessa e ho iniziato a lasciare a metà più di un libro. Il libro che più di recente non sono riuscita proprio a finire? Non ora, non qui di Erri De Luca... ma ho adorato il suo Il peso della farfalla.


D. Qual è il libro che più hai amato?
R: Il libro da sempre nel mio cuore? Il gabbiano Jonathan Livingstone di Richard Bach. Il libro letto di recente che non dimenticherò? Un calcio in bocca fa miracoli di Marco Presta. Intelligente, delicato, ironico e commovente.


D. Cosa cerchi in un libro? Cosa attira di più la tua attenzione: la copertina, il titolo, l’autore, la bandella con la storia?
R. Ci sono degli autori dei quali non mi perdo un'opera: acquisto i loro libri a occhi chiusi. Per gli autori che non conosco, la prima cosa che mi attrae è il titolo. Dopodichè scorro velocemente il riassunto. Non bado invece alla copertina.


D. Quale argomento ti appassiona e, secondo te, viene poco considerato dagli editori italiani?
R. Se parliamo di letteratura, non sento alcuna mancanza: ciò che mi piace lo trovo in abbondanza. Se parliamo di libri di interesse per la mia professione: direi che c'è poco o nulla di interessante e innovativo, a paragone di ciò che si trova in lingua inglese.


D. E per finire cosa pensi degli e-book? Credi che potranno sostituire i libri cartacei?
R. Vorrei rispondere di no...ma, purtroppo, temo di sì: alla fine gli e-book sostituiranno i libri tradizionali.


D. Li utilizzi? Secondo te, quali sono i loro pregi e i loro difetti?
R. No, ancora non li uso e non li userò finchè potrò...non dovrei dirlo visto che, per lavoro, comunico aziende del settore hi-tech. Comprendo che gli e-book comportano costi di produzione inferiori per gli editori e possono favorire una importantissima democratizzazione della lettura. Ma il libro di carta è un'esperienza che nulla ha a che vedere con la fruizione digitale....temo di pensarla un po' come Jonathan Franzen...appena un po' meno categorica.


Chi è Mirka Ritelli:
ha una laurea in lettere moderne e, nella sua prima vita, è stata giornalista. Dopo aver scritto di tecnologia per una decina di anni su Il Sole 24 Ore, nel 1997 è passata alle PR, divenendo Partner dell’agenzia di relazioni pubbliche Theoria di Milano.

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