Il fronte di Guerra si allarga

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Era da poco passata la mezzanotte e finalmente, con il coprifuoco, Pippo –inviato embedded a Bookgrad- decise di rilassarsi un po’ leggendo le news inviate dai suoi colleghi, seri professionisti ma di testate estere...

Quasi a farlo apposta, in quella silenziosa e fredda notte autunnale, egli incappò subito nel reportage di un corrispondente che in quella insulsa Guerra dell’e-book aveva stabilito il suo quartier generale nei pressi di una libreria tradizionale. Vi si raccontava che  la maggior parte delle librerie americane avevano deciso di boicottare Timothy Ferrissil secondo libro di un certo Timothy Ferriss.

Pippo rimase perplesso: e chi era costui?
Rapido e indolore lanciò la sua ricerca sul Web, e in pochi secondi scoprì che questo Ferriss era uno scrittore che in pochi mesi, con il suo primo libro, aveva venduto ben mezzo milione di copie. Da noi in Italia, praticamente, un miracolato!

Le perplessità di Pipo crebbero: ma i librai americani coltivavano istinti autolesionisti?
Visti i risultati del primo libro, il secondo parto di Timothy Ferriss rischiava di assicurare loro buoni incassi…
Pippo digitò nuovamente l’indirizzo del suo motore di ricerca preferito e da quello cercò di capire qualcosa di più.

Impiegò pochissimo, nevvero, per scoprire che Timoty Ferriss era l’autore di un libro - «The 4 hour work week» ovvero la settimana lavorativa di quattro ore, che  negli U.S.A. aveva rappresentato un vero e proprio evento, con vendite  da capogiro.

E allora?

Leggendo ancora, qua e là, capì…
L’errore di Mr. Timoty era stato quello di decidere di pubblicare il suo secondo libro con Amazon, scatenando il boicottaggio di tutti quei librai che ce l’hanno a morte con Amazon, e ancor più da quando l’azienda statunitense ha deciso di allargare la sua attività, pubblicando anche edizioni in cartaceo. Apriti cielo!!!

 

 

Come un’improvvisa esplosione di granata, un’idea scoppiò nel cervello di Pippo: ma i  librai non ci avevano sempre raccontato la fiaba di essere i meno commercianti tra i commercianti? Di avere a cuore innanzi tutto la diffusione della cultura e delle conoscenze?

L’inviato embedded della Guerra degli e-book si fermò a metà di quel pensiero con un terribile sospetto: forse anche i librai erano entrati in guerra… disseppellendo l’ascia di guerra, se mai l’avevano  seppellita…

Pippo si chinò a cercare la sua Moleskine sulla quale appuntò quel nuovo sviluppo della Guerra che ormai stava coinvolgendo la maggior parte della filiera editoriale.

E i lettori?

BookshopA qualcuno dei contendenti stava per caso nascendo l’idea di occuparsi degli interessi dei lettori?
Purtroppo fu costretto ad annotare quell’ennesimo danno per la diffusione della lettura. Neppure i librai, che per tanti  anni si erano autoeletti a paladini del libro, sembravano farsi scrupolo di aderire a quella Guerra senza quartiere.

Concluse la serata annotando sulla propria agenda:
Anno secondo della Guerra dell’editoria digitale, 7 novembre 2012, i librai, dopo anni di lotte intestine, finalmente coesi per far Guerra ad Amazon per rivendicare i loro diritti commerciali. Dei diritti dei lettori nessuno si occupa, come sempre.

Il fronte di Guerra si allarga, dal digitale a tutta l'editoria.

Da Bookgrad, il corrispondente

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