Libri: la Guerra agli e-book

prestonpans


Negli scorsi secoli c'è stata la Guerra alla fotografia, oggi quella all'editoria digitale...

Eppure la storia dovrebbe insegnarci che....

 

La nascita della Fotografia scatenò nel mondo dei "benpensanti" una rivolta, molti pittori e personaggi dell'ambiente videro nell'avvento del nuovo mezzo uno strumento che, potendo riprodurre fedelmente la realtà, avrebbe privato di quella esclusiva i pittori... E poi fu guerra. 
Il principio era un Aut-Aut: o pittura o fotografia. 
Per dovere storico preciserò che a queste azioni bellicose non si unirono gruppi consistenti di artisti, tra gli altri molti degli Impressionisti
Nei decenni successivi, l'arte pittorica ampliò l'ambito delle proprie possibilità espressive, comprese che la Fotografia non era un'avversaria ma un'altra branca delle arti, poteva essere documentazione storica ma anche, a sua volta, espressione artistica, e che comunque non era in competizione con "tele e pennelli"!

Oggi, a noi che guardiamo indietro per capire il presente e cercare di immaginare il futuro, la Guerra tra pittura e fotografia sembra un episodio inconcepibile, un assurdo della storia umana, eppure...

 

Dalla “Guerra alla fotografia” alla “Guerra agli e-book”  

Ho iniziato queste righe citando la "Guerra alla Fotografia" perché, purtroppo, la Storia ha la sfortuna di insegnare poco o nulla. Lared
leggiamo, ne consideriamo l'evoluzione e l'epilogo eppure non ne traiamo istruzione.

Ieri la "Guerra alla Fotografia" e oggi la "Guerra agli e-book".
Di nuovo abbiamo una parte di umanità, che vive e guadagna grazie al mercato dei libri cartacei, che si oppone a una nuova tecnologia, quella che da subito io ho definito una "Rivoluzione epocale": l'editoria elettronica. Il loro timore è quello, me ne rendo conto, di perdere un privilegio esclusivo, una certa fonte di reddito e guadagno. E per questo, solo per questo, si asserragliano sul libro, beatificandolo.

Ma è un po' come se per riprendere il primo passo dell'uomo sulla Luna si avesse avuto la pretesa di mandare un pittore con cavalletto tele e colori ad olio...

Io non sono un'apostola del "progresso per il progresso" né tanto meno credo che il nuovo debba mandare forzosamente in soffitta l'antico, no. Sono piuttosto convinta che l'intelligenza debba collocarsi in una conciliazione.
Alla fine lo capirono anche i nostri antenati, che impararono ad usare la fotografia come un nuovo fantastico mezzo, ed oggi possiamo mandare la nostra immagine al di là dell'Oceano in 4 secondi, tramite una connessione wireless, e documentare ciò che accade.

Negli articoli di apertura per il 2014, i massimi esperti di editoria del mondo [per lo più Americani] hanno scritto sulle loro testate e sui loro Blog analisi e previsioni sul futuro che immaginano per l'editoria, come avverrà il passaggio dall'editoria tradizionale [cartacea] a quella elettronica [agli e-book]. E, purtroppo, in questi testi c'è anche la loro testimonianza di quanto la vecchia Casta di Editori/Distributori sta facendo per alimentare la "Guerra agli e-book".

Le previsioni di questi autorevoli "osservatori"?

La "Guerra agli e-book" -come un tempo quella alla Fotografia- finirà con la sconfitta di coloro che l'hanno scatenata, di quelli che invece di "aggiornarsi", di investire nel nuovo, di ingegnarsi per capire come "conciliare" l'antico con il nuovo, hanno reagito con arroganza, quella tipica di chi vede i propri privilegi messi in pericolo...

 

E l'Italia... un Paese emergente?  

Su un Blog italiano mi è capitato di leggere la seguente frase: "(...) l'Italia è ancora oggi un Paese emergente riguardo la diffusione degli ebook e della lettura digitale.".

Un "Paese emergente"??? Quale illusorio ottimismo!

In Italia cresce e persiste la leggenda dell'Agenda digitale, quella mefistofelica narrazione che Governo dopo Governo ci viene millantata come un progetto negli intenti prossimi, da realizzare con assoluta priorità... da oltre un ventennio (Vogliamo realisticamente parlare di quasi un trentennio?)...
Purtroppo in questa nazione se qualcosa si sta facendo, nella direzione dell'editoria elettronica, ciò sta avvenendo solo per iniziativa privata. Un'iniziativa privata che ha avuto l'intelligenza di ascoltare l'aria che tira fuori dall'Italia e, quindi, di iniziare a muoversi in quella direzione.

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Se qualcosa si sta facendo è merito di gruppi "sparuti" [a quali chiedo venia per l'aggettivazione, mettendomi comunque anch'io tra di loro ;) ... ] di Persone che
, stanche dell'arroganza e della dittatura di case editrici (la quasi totalità di quelle in attività sul territorio) interessate solo al Profitto e al Clientelismo, hanno visto nell'editoria elettronica una possibilità, una via percorribile.

Basta, non c'è altro. Non ho quindi la sensazione che il nostro possa essere definito "Un Paese emergente", semmai un Paese impantanato, come al solito, nella palude burocratica che lo contraddistingue, una palude composta di cliente e menefreghismo.

 

Due o tre cose su cui riflettere

Mi piace però concludere queste righe invitando chi mi legge su un terreno positivo.

L'iniziativa privata e i gruppi "sparuti" di cui sopra dispongono per il loro splendido progetto [la diffusione degli e-book] di un mezzo fantastico, il mezzo più rivoluzionario che l'essere umano ha concepito negli ultimi decenni, dopo l'invenzione dell'energia elettrica per intenderci... Sto pensando ad Internet.

Perché un essere umano scrive?
Semplice, per comunicare. Cosa vuole comunicare è secondario, quello che conta, quello che spinge una Persona a scrivere è "solo" questo: uscire da se stesso per trasmettere il proprio pensiero a un'altra Persona.
Ed Internet è il mezzo fantastico di cui oggi dispone.

Dobbiamo uscire dalle categorie stereotipate che la cattiva cultura degli ultimi secoli ci ha imposto, comunicare è la mamma che narra una fiaba al suo bambino. E non ha bisogno né di carta né di un editore.

Sul Web sono pubblicate miliardi di "comunicazioni" di Persone verso altre Persone -storie, cronache, testimonianze, diari-, al limite non c'è più neppure bisogno di "andare a comprare un libro" per leggere...

Questa è la realtà del tempo in cui viviamo. Se si ignora, si finisce come tanti a guardare il dito invece della Luna.

Come il Comunicare, anche lo Scrivere oggi è un'attività aperta a chiunque, a chiunque lo sappia e lo voglia fare. Non sono concepibililettori
Caste e/o Categorie, limitazioni.

 Altro è Scrivere per vivere

In questo caso occorre il rispetto della qualità, una professionalità, perché si parla di vendere una Comunicazione. Penso a Giornalisti e a Scrittori professionisti.
E qui il discorso si ramifica e si complica perché nella realtà dei fatti coloro che il Sistema definisce "Giornalisti e Scrittori" hanno ben poca professionalità.

Ma... sorvolando... Torniamo al tema. Chi "per professione" scrive, grazie all'editoria elettronica, avrà vita certo più difficile, ma forse anche un briciolo di speranza in più.

Sino ad oggi chi scriveva, doveva trovare un editore (o comunque un "mecenate") disposto a pubblicare la sua "comunicazione". Sottostava, nella maggior parte dei casi, agli ordini di scuderia imposti dalla linea politica ed economica dell'editore e si rassegnava a entrare nei Salotti della cultura, del Giornalismo. Una Casta chiusa, una Casta ramificata che utilizzava i Mass media come cassa di risonanza dei propri meccanismi auto-elettivi (Premi letterari, Presentazioni, Interviste, ecc..) ed auto-referenziali.

Da oggi chi scrive potrà auto-pubblicarsi (mi riferisco anche al fenomeno dei Self-publisher) senza necessariamente dover passare dalle forche caudine di un editore, ma...

Ma sarà poi il Pubblico a decretare il suo successo.

Uno tra gli esperti di editoria che mi è capitato di leggere (Joe Konrath) sostiene che avere visibilità sarà più difficile. Ma per chi, mi chiedo io? E rispondo: per tutti.

Immagino un futuro nel quale "fare l'editore" sarà di nuovo un'attività da praticare per passione e non per profitto. I dati di vendita, che ci arrivano dall'estero, dimostrano che la commercializzazione degli e-book ha calmierato il mercato editoriale. Il ridimensionamento dei prezzi è cominciato proprio dagli Indie (un altro appellativo degli autori che si auto-pubblicano) ed ha obbligato le case editrici ad adeguare i prezzi dei loro libri. Quindi il "margine" di Profitto per chi "media" tra autore e lettore si è ridotto e sempre più è destinato a farsi esiguo.

Insieme alla morte degli Editori-per-profitto io mi auguro che cada anche il circo mediatico di clientelismi che sino ad oggi ha tratto linfa da questo circuito avvelenato. Penso a recensori e a trasmissioni tv, a distributori e a pubblicitari.

Occorrerà di sicuro qualche anno perché l'inquinamento lasci il posto al un'aria finalmente respirabile, ma io credo che questo possa accadere. Verrà un giorno nel quale il pubblico potrà scegliere i propri autori senza le mefistofeliche influenze del Sistema Editoriale.

Come avrete notato non ho mai fatto cenno a Librai & Librerie, che considero l'ultimo anello della catena, in molti casi (ma non in tutti) quello meno marcio di tutto il sistema.

Purtroppo negli ultimi decenni abbiamo assistito alla morte delle librerie di quartiere, alla morte della figura del libraio, e al nascere e proliferare delle famose Catene, squallidi supermercati nei quali non trovava spazio un libro di Calvino perché "non vende, non gira"...

È bene ricordare che in questi anni neppure il libraio di quartiere riusciva più a fare il suo mestiere, il Sistema editoriale era lì a impedirglielo rendendo sempre più breve la vita dei libri, non ristampando quelli importanti, e imponendo al libraio le regole del Business che funzionano per le lattine di birra. Alla signora che chiedeva un consiglio di lettura, il libraio non poteva più consigliare un libro in assoluta sicurezza, perché quel libro (quei libri...) non li aveva più, il suo negozio era invaso di novità e ogni settimana riceveva dall'editore i richiami per i fuori catalogo, libri magari insostituibili, libri validi e interessanti che però dovevano andare al macero per lasciare spazio ad altri libri, a novità...

Purtroppo devo ricordare ai miei amici librai che il mondo non si ferma, non lo si può fermare.

Io amo i libri e adoravo le librerie - e chi conosce la mia storia personale lo sa bene -, ma sono cosciente che in entrambi i casi si tratta di "mezzi" non del "contenuto". Il libro porta al lettore il pensiero di un autore, e il libraio si occupava di distribuire dalle sue botteghe quegli splendidi oggetti che erano i libri.

La storia del mondo va avanti.

C'erano uomini che vivevano accendendo i lumi a petrolio che illuminavano le strade delle nostre città, altri che sileggere
guadagnavano la giornata
portando in giro la gente sulle loro carrozze.

Gli uni sono stati sostituiti dagli impiegati dell'Enel e gli altri dai taxisti, la luce nelle strade c'è comunque e se dobbiamo raggiungere un luogo lo facciamo chiamando un'autovettura pubblica.

Continueremo a leggere, anche se utilizzando altri "mezzi", al di là delle librerie per come siamo abituati a immaginarle.

E poi, se mai vi è capitato di incontrare le Persone Libro... di ascoltarle dire il pensiero di un autore potete capirmi. Emozione allo stato puro...E il libri, "materialmente", possono anche non esserci neppure più, sono nella mente di queste Persone. Ecco, loro sono la dimostrazione che anche questa Guerra agli e-book è una Falsa Guerra.

Un autore scrive perché è così che ferma il proprio pensiero. Ma poi, dopo, perché questo pensiero possa arrivare al lettore non è importante il "mezzo", la materia sulla quale questo accade.

L'importante è che quel pensiero viaggi, e poi arrivi.

L'importante è leggere.
F.P.M.

 

 

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