red shoe

 

  Manuela Paric'

   tutto ebbe inizio...
       da un paio di scarpe rosse... 

 

 

 

 

 


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Difficile parlare di un'amica, e soprattutto trasmettere ad altri la propria stima per il suo lavoro, per il suo impegno creativo.
Io l'ho incontrata per caso sul Web, dove tra 1000 incontri inutili/pessimi/noiosi poi ne può capitare uno che giustifica il mezzo.
Ho avvicinato Manuela con le sue scritture, e mi è capitato di leggerla "al rovescio", cominicando quindi dal suo ultimo romanzo, L'Enigma delle anime perdute [ma come resistere a un simile titolo che subito ti riconduce alla memoria lo splendido romanzo di Isaac Singer? Là le anime perdute erano quelle di sopravvissuti al dramma dell'Olocausto, qui le anime sono quelle di persone sopravvissute male all'esistenza). Il romanzo mi ha subito conquistata a lui, e alla scrittura particolare di Manuela (ne parlo in questa recensione →), e così come un gambero della parola -finito il primo Enigma- sono andata a cercarmi gli altri, e poi le altre scritture brevi di Manu sul suo Blog.


 
Insomma, io vi consiglio di avvicinarla... e poi mi saprete dire. EMO 0356


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 Bibliografia

 

⇒ L'Enigma delle scarpe rosse

L’enigma delle scarpe rosse” è un “quasi-giallo” nato per caso. Un piccolo libretto d'appendice germogliato all'interno di un piedino pubblicitario di un quotidiano di provincia e in quanto tale con minime possibilità di intervento (dalle 1200 alle 3000 battute a capitoletto). E’ un esperimento forgiato da vincoli strutturali e contenutistici, è inoltre prologo autoconclusivo de "L'enigma delle anime perdute".

Una ragazza scompare, nella notte, lasciando sulla porta di casa un paio di scarpe rosse. Tutti credono che si tratti di un gioco tra ragazzi ma non il Signor Mocha. Guidato da un vago senso di inquietudine e aiutato dalla colorata chiromante Teodora segue gli indizi fino ad arrivare a mettere a rischio la sua stessa vita. Per tornare poi, come un eroe antico, alla propria consuetudine: “le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese...”.

                                                                 


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⇒ L'Enigma delle Anime perdute 

Un sole pieno, giallo e caldo. Non una nuvola. Nessuna brezza. Afa. Le strade luccicano come se fossero state cotte dentro una gigantesca fornace e i piccioni si riparano all'ombra di alberelli cittadini. Piacenza è torrida e immobile. Un malato di mente fugge da una clinica, qualcuno muore, altri si fanno domande. Atmosfere vivide, una matassa di informazioni apparentemente inutili e uomini e donne che sono caricature di se stessi.

In questo scenario si muovono molti personaggi uniti da impalpabili fili del destino, fra tutti Jean-Luc Mocha. Attraverso i pensieri, la sensibilità e la flemma del protagonista il racconto si dipana confinando a margine della storia le autorità e le consuete indagini di investigatori infallibili.

Parola chiave: giallo alternativo. 



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estratto
L'Enigma delle Anime perdute 
     
 L'Abilità
Un racconto particolare... davvero molto particolare, che Manuela Paric' omaggia a chi desidera incontrarla.


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Biografia 

 

La prima cosa che ti incuriosisce è quel cognome con l’apostrofo e il nulla o, 
se preferite, tra sé e l’infinito.

 

Mi chiamo Manuela e scrivo da sempre. Quando ero bambina facevo finta di saperlo fare, scarabocchiavo interi quaderni… lineette, puntini, cerchiolini: era tutto nella mia fantasia. E’ un vizio che mi è rimasto e perciò mi ritrovo a inventare storie, a costruire la realtà con le parole e a deprimermi su infide pagine bianche.
Abito nell’umida padania, amo la nebbia, il sole sbiadito e i formaggi. Quando posso migro verso il mare (come facevano le pecore) insieme a mia figlia che occupa il 100% dei miei pensieri. Mi piace trascorrere le vacanze dispersa su isole bianche e brulle, probabile retaggio delle mie origini croate. Ho una casa infestata da animali di vario genere: un cane nudo, un micio ciccione, un pesciolino zombie e una larva. Sì, una larva! Sono molto disordinata ma pragmatica, mi salvo per un pelo (ben piazzato sul mio divano). Cucino: impasto, sfornello e tiro la sfoglia, mi rilassa. Mi occupo di pubblicità e comunicazione da quindici anni e sono nata nel 1976. Ho un blog (fiumegiallo.blogspot.it) dove pubblico mini-racconti e niente di personale.

 


Progetti in corso:
- Una raccolta di poesie: “Capelli spettinati”
- Il terzo libro con protagonista il Signor Mocha: “L’enigma dell'isola bianca”
Prossimi alla pubblicazione:
- Una commedia teatrale, un’opera comica in due atti dal titolo “Wo Har Isch”»

 

 

Di sé però poi racconta anche:
«Donna, nata l'8-1-19** 
Ho studiato legge ma poi mi sono dedicata alla comunicazione, frequentando un master sui nuovi media e corsi di programmazione neurolinguistica.

 

I miei genitori hanno fatto filosofia e ricordo le cene a parlare di Kant...avevo 6 anni.

 

Dall'età di 8 anni coltivo il segreto desiderio di possedere un giardino all'inglese (privo di nani), abbinato a una casetta vittoriana e a qualche omicidio. Il destino, ahimè, ha scelto altrimenti. Nessuna pianta sopravvive al mio passaggio: sono la folgore. Certo ci parlo, me ne beo, ma dimentico di dar loro da bere e così ardono, urlando tutta la mia incoscienza.

 

Inoltre non ho un giardino (le piante sono ovviamente felici di questa mia condizione).

 

Abito all'ultimo piano di un condominio antico e senza ascensore, bello eh...ci mancherebbe. Scomodo, pure. Ho una casa non abbastanza grande da contenere il mio disordine. Lascio le cose qua e là, creo mappe alternative e osservo con imbarazzo i risultati. Questo non è certo sintomo di genio e sregolatezza, credo invece si tratti di pigrizia e di un difetto congenito nell'attribuire le priorità. E' in questo contesto che si muovono mia figlia e i miei animali, tra tutti un gatto tripalluto (che averlo saputo prima avrei chiamato Colleoni)! Non so per quale strana sorta (o sorte) di mutazione genetica, un testicolo, imprendibile, gli è finito vicino al retto, e questo lo rende un faro per ogni micia della città nella quale vivo: Piacenza…»

 

Dove rintracciarla:

Of course camminante sui sampietrini di Piacenza
oppure di passaggio sul suo Blog, Fiume Giallo
che trovate a questo link → 

 

Certo anche in decine di altri posti, ma al momento questo è quanto...

 

 



 

 Manu-Paric

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