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 Michele Iacono
 Tra ricerca e scrittura

 

 

 

 

 

 


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 Bibliografia

 

   

SAGGIO
IL SILENZIO, IL SEGNO E LA PAROLA

La storia dell’umanità non è passata dall’oralità alla scrittura; al contrario, i segni di scrittura hanno definito, fin dall’inizio, quel percorso straordinario che ha permesso agli hominini di scrivere la propria storia. Primitivi, nel senso di originari, sono dunque i segni di designazione, eventi mnemonici che, organizzando faticosamente la conoscenza umana, hanno tracciato il percorso incerto della nostra specie irrequieta. L’oralità fu un evento secondario che si affiancò ai segni di scrittura e non sarebbe potuta nascere senza la differenza stabile e tangibile di un segno di separazione. Invertendo l’ordine millenario di una cultura che ci vuole “orali” fin dall’inizio della nostra storia, questo libro ripercorre le tappe che hanno portato all’uomo moderno.

È un tentativo di risposta alla domanda più antica del mondo: come è stato possibile che una specie sia arrivata alla “parola” mancando inizialmente l’io, il pensiero e la formazione umana.

Il saggio tenta di ripercorrere le tappe evolutive che la specie homo ha dovuto compiere per costruire la sua storia. È un contraddittorio nei confronti delle teorie innatistiche (Chomsky, Pinker, ecc.) che affermano una sorta di “istinto” esclusivamente umano da cui deriverebbe il linguaggio, ma lo è anche nei confronti di quei studiosi (Dawkins, ecc.) che ci vogliono, come specie, nella continuità filogenetica di una naturalità biologica, senza alcuna differenza con tutto il vivente.

Il testo offre una teoria della comunicazione umana in cui, tra il silenzio di una biologia prima dell’avvento dell’uomo e la presenza della parola, vi sono segni-scrittura come indizi e tracce dell’umanizzazione.

Un aspetto saliente riguarda il ribaltamento del rapporto parola-scrittura e si individua il “il segno” inteso come “scrittura”, evento mnemonico che permettendo la ripetibilità dell’evento ha provocato la prima e vera forma sociale di comunicazione umana, fornendo le basi per la realizzazione di una oggettività e una soggettività. La “scrittura”, nella sua accezione di “graffiare”, precede la parola che necessita non solo di un attore che la pronunci, ma soprattutto un ascoltatore che la comprenda. Il segno nasce dalla rottura dei codici di natura quando da australopiteco si passa ad homo habilis/erectus attraverso il bipedismo, la liberazione delle mani e la scomparsa dell’estro visibile (si riprende la teoria dell’estro invisibile di Lovejoy, modificandola) e di come questo evento abbia prodotto nella specie umana la differenziazione in corpo maschile e femminile e abbia, nel tempo, parallelamente prodotto un primo abbozzo di un mondo terreno e ultraterreno attraverso le prime forme di religione.

La complessità del tema trattato non poteva non collegare assieme discipline come linguistica, filosofia, logica, psicologia; queste discipline, seguendo il dualismo cartesiano, hanno erroneamente (?) fuorviato il pensiero moderno sulla formazione umana: in particolar modo la psicologia che, fondandosi su concetti vuoti e artificiosi, tenta di formare una nuova “religione laica” e vorrebbe dettare i tempi e i ritmi della composizione umana.

Perché questo saggio? La parola, oggi, è diventata una parola virtuale, non più legata a referenti saldi e concreti. La virtualità è ovunque; nei media, nella tecnologia (computer e internet), nell’economia (finanza e giochi di borsa), nella scienza e nella tecnologia (e la credenza della risoluzione di tutti i problemi umani), nella formazione sociale sempre più individualizzata e mancanza di relazionalità. L’uomo ha la necessità di una referenza solida, tangibile, visibile. Il ritorno al segno come elemento di stabilità sociale passa, soprattutto oggi, attraverso un ripensamento della nostra storia passata e del suo linguaggio, che non è psicologico ma antropologico, il segno di una presenza che si esprime nella corporeità in relazione, quella relazione che oggi diventa sempre più impalpabile.

L’Epos Editore


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 Biografia

Michele Iacono è nato a Termini Imerese nel 1954. Ha conseguito la laurea in Pedagogia presso la Facoltà di Magistero di Palermo.
Negli anni Novanta ha collaborato con la Fondazione Costa di Palermo in qualità di formatore nei corsi per assistenti sociali e nello stesso periodo, presso l’Ecap, ha insegnato Psicologia dell’età evolutiva e Tecniche di animazione.

Dal 2009 è impegnato in una ricerca sulle dipendenze da internet, che si concluderà nel corso di quest’anno.

 

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Il saggio è disponibile in formato cartaceo ed è in vendita nelle librerie.

 

   
 
   

 

 

 

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