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Norwegian wood

 

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... O Tokyo Blues di Haruki Murakami a me è piaciuto molto, mi ha completamente risucchiata, alla fine mi sono sentita orfana e allora...

 


Ho terminato di leggere Norwegian wood di Haruki Murakami e mi è piaciuto così tanto che, per non sentirmi orfana, ho iniziato immediatamente La ragazza dello Sputnik dello stesso autore. Ho già finito anche La ragazza dello Sputnik... ma di questo vi racconterò un'altra volta. Anticipo solo che mi ha coinvolta tantissimo.

Ma torniamo a Norwegian wood. Devo dire che non sono d'accordo con la recensione di Fuko Irie e con le riflessioni di Flaminia rispetto al romanzo di Murakami... ovviamente senza alcuna polemica.

E' risaputo che un libro può trasmettere emozioni molto diverse e questo dipende sia dalla persona sia dal momento in cui il romanzo viene letto.

Evidentemente in questo periodo della mia vita sono in sintonia con i personaggi di Norwegian wood.

Il romanzo è stato pubblicato in Italia nel 1993 da Feltrinelli come Tokyo Blues o solo nel 2006 da Einaudi con il titolo originale. E la scelta dall'autore non era stata casuale, infatti, Norwegian wood era una delle canzoni preferite di Naoko, la coprotagonista.

Come sapete, io non racconto la trama del libro, scrivo solo le mie impressioni e le emozioni che mi hanno suscitato i personaggi.

Ho apprezzato molto il protagonista Watanabe ma ho sviluppato una vera passione per Reiko, una donna di 40 anni che sono convinta raccoglierà molti fan.

 

Tutta la vicenda, o meglio le storie legate ai vari personaggi, si svolge in Giappone, una scelta che ho molto apprezzato perché mi ha permesso di conoscere un po' meglio le abitudini di un popolo così lontano da noi.

I protagonisti sono giovani universitari e Murakami ci fa entrare nelle loro vite da diverse prospettive: studio, famiglia, amicizia, amore, regalandoci uno spaccato di questa comunità.

In particolare l'autore si sofferma sul rapporto con la morte delineandone luci ed ombre e inducendo il lettore a riflettere sulle differenze tra il nostro modo di pensare e quello del popolo del Sol Levante.

haruki-murakamiOvviamente oltre ad appassionarmi alle vicende umane sono stata incantata dalle descrizioni dei luoghi: ho camminato a lungo nelle strade di Tokyo e mi sono persa tra pascoli e montagne.

 

Se proprio devo trovare una definizione a Norwegian wood devo dire che, a mio avviso, la più calzante è romanzo esistenziale.

Leggendo tra le note finali ho scoperto che Murakami ha scritto il romanzo durante un lungo soggiorno in Europa: tra l'isola di Mykonos, Roma e Atene. Inoltre lo stesso autore lo definisce molto autobiografico. Immediatamente ho iniziato a immaginare quale dei personaggi fosse più simile a Murakami: Watanabe, Naoki, Izuki, Midori o la stessa Reiko? Per rispondermi subito dopo che, come spesso accade, i tratti del famoso scrittore giapponese, probabilmente sono equamente distribuiti tra tutti.

 

Insomma che altro devo raccontare per convincervi che è un bel libro? Niente se non suggerirvi di leggerlo.
Cassandra

 

 

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