La leggenda del libro che non c'è

Pubblicato in Corsivi

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Leggere è ogni volta entrare in un mondo.

Alle volte (spesso) acquistiamo un libro [ o un e-book ;) ] perchè qualcosa di quel libro (l'immagine di copertina, una frase della bandella o dell'incipit) ci fanno immaginare qualcosa che scatena la nostra empatia.
È stato così con il libro dal quale sono riemersa oggi.


Ad accalappiarmi è stato il titolo: La leggenda del libro che non c'è di Thomas Warthon.
È un "fuori catalogo" che se siete fortunati lo trovate su Amazon usato o in qualche "maremagnum o ebay". L'autore è un canadese, classe 1963, del quale in Italia è stato stampato solo un altro libro, ma per bambini.
La presentazione di questo romanzo era tutto un programma, come lo era la scelta della copertina da parte della Sperling & Kupfer.  Diceva: «In uno spettacolare castello gotico, pieno di passaggi segreti, pavimenti oscillanti e scale in movimento, vive il conte Ostrov. La sua intera vita è mossa da un'ossessione: collezionare il maggior numero possibile di puzzle e libri di storie. Per questo ha incaricato Nicholas Flood, leggendario tipografo inglese, di realizzare il libro infinito, il racconto assoluto, senza inizio e senza fine. Ad assistere Flood nell'impresa c'è Irena, figlia di Ostrov, di cui il giovane si innamora. Ma Ostrov venuto a conoscenza della cosa rinchiude Nicholas nelle segrete del castello e Irena in una remota abbazia. Passeranno anni prima che Nicholas venga liberato e cominci il suo viaggio per ritrovare l'amore e terminare il libro infinito.»

Mi è mancata l'abitudine alla lettura di romanzi Fantasy, così, incappando in questo mi sono detta: un buon "sciacquacervello? Proviamo! 
Per leggerlo ho impiegato un paio di giorni e devo dire che anche ora, arrivata all'ultima pagina, non riesco a decifrare uno straccio di opinione ("giudizio" sarebbe troppo...) su questa mia esperienza.
L'autore è senz'altro dotato di ampie capacità narrative e di inventiva, le vicende dello stampatore protagonista della storia si intrecciano oltre ogni verosimile ma anche oltre ogni più bizzarra fantasia, ma...
Ecco forse è questa fantastica esibizione di "fantasia narrativa" che mi impedisce di dire "brutto", resto comunque perplessa e con infiniti punti interrogativi.
Se a chi mi legge, è per caso capitata la ventura di leggere questo romanzo che non c'è (o c'è e io non ho capito niente del suo valore...) mi piacerebbe conoscere il suo insindacabile parere, per uno scambio di opinioni costruttivo.
Grazie e buon prosequio,
Flaminia 

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