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1Q84 parte terza: diario di una delusione

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Dopo aver atteso per quasi un anno l'edizione italiana della terza parte di 1Q84... Impressioni e conclusioni

 

 

Per anni, ho guardato con reazioni algide l'avvicendarsi delle opere di Haruki Murakami. Poi mi sono decisa. Ne ho acquistato un certo numero, in cartaceo e in digitale, dicendomi: li leggerò.  A convincermi è stata una lettura casuale, quella della bandella che l'editore Baldini&Castoldi aveva inserito nella sua uccello che girava le viti del mondo
(temporanea) edizione de L'Uccello che girava le viti del mondo.
Quindi a consegnarmi definitivamente alla scrittura di Murakami è stato il lavoro di un misconosciuto "negro" che compilava bandelle per la casa editrice di Dalai... La sintesi di quella bandella mi si fissò nel cervello (e mi piacerebbe davvero molto ritrovarla) e germogliò fino al punto di farmi acquistare l'opera omnia dello scrittore giapponese.

Si sa poi come vanno le cose in merito alle priorità di lettura: i libri (sopratutto da quando sono anche in formato e-book) sono lì a sgomitare, ad ammaliarti in modo irresistibile, e poi c'è sempre una novità che spunta inaspettata a prevalere su tutti, oppure un rilettura che urge. Insomma nella scelta di una lettura non c'è né un elenco di merito né un ordine.
Così Murakami, con la sua opera omnia, scorparve nelle sabbie mobili della libreria di casa (sia cartacea che digitale).

Lo scorso dicembre, quando acquistammo il nostro primo e-reader, decidemmo che la presentazione del nuovo libro di Murakami - 1Q84 - ci attirava molto, e quindi lo acquistammo in formato e-book. Murakami-1Q84 1-2Da notare che il marketing furbesco dell'Einaudi non inseriva alcun alert circa il fatto che il romanzo pubblicato 
rappresentava solo le prime 2 parti, di un racconto... a puntate. 

Questo lo preciso perché se lo avessimo saputo ci saremmo astenute dall'acquistarlo, così come in famglia detestiamo le fiction a puntate, così è per noi inconcepibile dover dipendere da "qualcun altro" (le strategie marketing di un editore), per poter leggere un libro. Anni fa ebbi la ventura di acquistare un libro edito da Fanucci (L'affresco del Sinai di Whittemore Edward), scoprendo poi che si trattava della prima parte di una trilogia; aspettai per leggerlo l'uscita degli altri due e... sto ancora aspettando.

Nel caso di 1Q84, invece, volendo provare ad usare l'e-reader per misurare il nuovo mezzo nella lettura di un romanzo, iniziammo subito... Affrontando a malincuore il rischio di un fanucci-bis. Già perché nonostante la politica del silenzio messa in atto dal marketing einaudiano, la voce che si trattasse di "un romanzo a puntate" in breve si era sparsa sul Web. A malincuore dovemmo constatare, tra l'altro, che se in altre nazioni gli editori avevano fatto seguire a breve la pubblicazione della "terza parte" di 1Q84, in Italia la casa editrice dello Struzzo -quella che un tempo era stata una tra gli editori più prestigiosi e seri- non accennava minimamente a una data per l'uscita conclusiva dell'opera di Murakami.

Così per mesi restammo sospesi insieme a Tengo, con la canna della pistola lasciata pericolosamente nella bocca di Aomame... Orfani di un finale e della possibilità di un giudizio. Già perché come fai a "giudicare" un  libro se ne hai letto solo 2/3??? 
Tra l'altro la lettura delle prime parti di 1Q84 rendevano davvero difficile trarre delle conclusioni. A tratti l'aria che tirava tra le pagine (elettroniche) dell'ultimo di Murakami mi facevano tornare in mente il realismo magico della nostra Annamaria Ortese e del suo Cardillo Addolorato, ma a tratti si smarriva ogni magia e restava solo un realismo algido e lontano dalla nostra mentalità europea.

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Finalmente poi, il Serior Marketing dello Struzzo, decise che era arrivato il momento per calendarizzare l'uscita della terza parte, e finalmente il 16 ottobre 1Q84-Libro 3 arrivò nelle librerie tradizionali e in quelle online, quindi -fortunatamente- sia in versione cartacea che in digitale.
La giovane sulla copertina, che in molti abbiamo immaginato essere la Aomame di Murakami, replicando il gioco degli specchi si rifletteva capovolgendo il ritratto che aveva figurato sul precedente libro. Questa scelta grafica anticipava ciò che aspettava il lettore? Il realismo magico dello scrittore giapponese come si sarebbe destreggiato per concludere il racconto, con un ennesimo salto mortale?

Devo confessare che ho concesso molto del mio tempo a 1Q84, il tempo di una lettura lenta e molte riflessioni.
Il mio giudizio di oggi, quindi, è stato a lungo ponderato, e se assomiglia più a una stroncatura non me ne vogliano i fan di Murakami: la sto scrivendo con dolore misto a delusione...

Non farò un riassunto degli eventi, per rispetto verso chi ancora non l'ha letto, per lasciare loro la possibilità di una minima aspettativa, della "scoperta" degli eventi ideati dall'autore.

In un Forum sul quale mi è capitato di intervenire, ho espresso le mie prime impressioni work in progress che qui vi ripropongo:
« (...) 
Sono ad un terzo della lettura e un po' di delusione sta affiorando... Il piacere della lettura, in questo caso, è molto minore rispetto alle precedenti parti del romanzo dell'autore giapponese. La mia impressione, anzi, è tendenzialmente negativa e solo un acrobatico "colpo di scena" credo potrà rialzare questa prima impressione. Ho come la sensazione che il romanzo abbia subito (in questa sua pubblicazione in due step) un influsso più commerciale che altro. Per riprendere le fila delle narrazioni interrotte, l'autore cade in continue ripetizioni o addirittura in meri riassunti.»
Già... i riassunti... Questo mi fa venire in mente che l'idea del "romanzo a puntate" sia nato proprio nella testa di Haruki Murakami, e che gli editori abbiano poi deciso in modo autonomo le tempistiche. Brutta idea, sia quella delle puntate sia quella del riassunto. 
Erano altri tempi quelli nei quali Dickens pubblicava i suoi romanzi a puntate su giornali e riviste. La gente poi era diversa e la vita funzionava in modo davvero molto,Murakami
molto differente... Tra l'8 novembre 2011 (data di uscita in Italia delle prime due parti) e il 16 ottobre 2012 (uscita della terza parte) il mondo è cambiato parecchio, le stelle hanno corso i cieli intorno al Pianeta guardando a milioni di storie diverse, drammatiche felici assurde e violente. E nel frattempo un manipolo di impavidi lettori è rimasto ad aspettare la conclusione delle vicende di Tengo e Aomame? Ma lo sa il signor Murakami che il tempo presente non è più quello dell'epoca di Dickens, che praticamente noi umani non  disponiamo più del tempo? Figurarsi 11 mesi di attesa, persino  più di quanto ancora serve a creare una vita...

E poi per aspettare cosa?
Certo che, se il buon Murakami ci avesse consegnato un'opera capace di misurarsi con Auto da fé di Elias Canetti o un romanzo pari al Processo di Kafka... Avremmo mandato giù con minore insofferenza questa attesa, ma per questa terza parte di 1Q84 no, non ne è assolutamente valsa la pena.
Oltre ai riassunti delle parti precedenti, scritti forse con l'intenzione di aiutare il lettore smemorato ma noiosissimi per tutti gli altri, il povero Murakami a un certo punto si è fatto prendere la mano, è stato colpito da riassuntite acuta ed ha riassunto, dopo appena poche pagine, anche parti di eventi narrati nella terza parte...
Tengo fa una cosa, passano un po' di pagine, e traaac... Ecco, pronto per il lettore distratto, il riassunto degli avvenimenti appena successi. Ed è lo stesso Tengo a riproporceli! Avesse almeno usato, che so, un altro punto di vista, un'altra voce narrante... Tanto per  raccontare gli avvenimenti da un'altra prospettiva...
No.

tengo-aomameE poi cosa trova il lettore in questo finale? Un nuovo personaggio, un uomo brutto e cattivo, e anche piuttosto antipatico: un certo Ushikawa.
Bene, di lui non vi dirò nulla, ma pensate che c'è stato un lettore di 1Q84/3 che sul Forum di cuisopra mi ha scritto: "... L'unico personaggio interessante è Ushikawa e, secondo me, meriterebbe un romanzo tutto suo (Lelir1980)"
E Tengo, e Aomame? Non erano, non sono loro i protagonisti indiscussi del romanzo?
Già, i protagonisti del romanzo... Meglio di romanzo -dopo averlo letto tutto- lo si potrebbe definire Feuilletton (da Treccani online: "(...) detti anche romanzi d’appendice. Il termine è poi passato a designare il genere letterario stesso che proponeva narrazioni fitte di vicende, di personaggi e di colpi di scena, rivolte al coinvolgimento emotivo di un pubblico vasto e in genere non colto"), ma con scarsi, davvero esigui "colpi di scena".
Invece, ci troviamo alle prese con donne messe incinte da una specie di "spirito santo" mai chiarito, e un gioco ripetitivo tra una daughter e una mother, vediamo ricomparire un manipolo di Little People alle prese con il riciclo di un cadavere e crisalidi, mentre scompaiono personaggi importanti, senza una parola né un incedere verso una possibilità...
Quello che capiamo benissimo e da subito è che alla fine ci aspetta un lieto fine (come si comanda per tutti i romanzi d'appendice degni di questo nome), così anche il finale diventa grigio e scontato, tra i grattaceli e le sopraelevate di una tristissima Tokyo. 

Se proprio volete leggere il signor Haruki Murakami vi consiglio After Dark o L'Uccello che girava  le viti  del mondo (che io ho letto negli 11 mesi di attesa!), e poi -magari- fatemi sapere... io sono sempre qui.
Flami

 

 
 
 

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