Nel mondo di Murakami

giappone nn

 

Il mondo dello scrittore giapponese
...è un mondo particolare, e l'impressione alle volte può essere più che realistica, direi deprimente. Ma in questo luogo vi è un fascino al quale è impossibile resistere.

Stabilire un rapporto con lo scrittore giapponese Murakami Haruki non è stato semplice, ed è occorso del tempo.
La mia prima difficoltà era rappresentata dal suo Paese di origine, il Giappone. Ho sempre avuto difficoltà ad approfondire la conoscenza per quella lontana nazione; provo per lei e per i suoi abitanti un profono senso di straniazione, e con gli amici arrivo -scherzando- a definirli un popolo di "alieni"...
A certe nostre reazioni psicologiche alle volte non c'è motivazione né giustificazione, e quindi se si può tanto vale rassegnarvisi...
Così quando in libreria iniziarono ad arrivare, e ad avere successo, i libri di Murakami, io mi limitai a osservarli da lontano, senza provare alcun desiderio né di prenderli in mano e neppure di sfogliarli. Per anni il nostro fu un non-rapporto, ci scrutavamo da lontano senza alcuna reazione.

Ma così come il "passaparola tra lettori", spesso anche l'eco di un costante gradimento riescono a scalfire anche l'indifferenza più ostinata. Così mi decisi a prendere in mano uno dei romanzi dei quali si era più parlato: L'uccello che girava le viti del mondo
Lessi quanto ne riportava la bandella e qualcosa, ora non ricordo più di quale particolare si trattasse (sono trascorsi diversi anni), attrasse la mia attenzione, mi suscitò curiosità. Lo acquistai e lo portai a casa.

Non so voi, ma io sono una lettrice onnivora e una convinta bibliofila. Coltivando questa mia passione per i libri -cartacei od elettronici non importa il supporto- ho capito che quando un libro mi interessa, quando qualcosa "scatta" tra me e un libro, devo acquistarlo e basta. I libri in questo tempo hanno a disposizione uno spazio temporale sempre più effimero e quindi rimandare il loro acquisto può significare perdere per sempre la possibilità di leggerli. L'avvento dell'e-book forse molto potrà in questo ambito, liberando gli autori e le loro opere dalla tirannia decisionale degli editori. Un libro per continuare ad esistere, e quindi ad essere letto, non necessiterà più di una benevolente ristampa, esisterà online, sulla Rete per sempre...
Comunque fino a pochissimi anni addietro non era così, e quindi occorreva accaparrare, acquistare, salvare dal macero i libri che ci interessavano.
E poi vi è, almeno per me, un'altra regola: leggo a seconda del mio stato psicologico. Quindi non potrei mai rassegnarmi a dover leggere l'unico libro disponibile, ma sempre mi sono data la possibilità di scegliere tra una lettura impegnativa e un'altra "sciacquacervello", tra un thriller e un'opera di saggistica.  

Così acquistare il romanzo di Murakami era stabilire tra noi una promessa di lettura, un primo approccio, una promessa di rapporto che forse in futuro avrei portato a compimento.
Trascorsero gli anni e L'uccello che girava le viti del mondo rimase intonso sullo scaffale della mia libreria.
Poi un giorno dello scorso inverno incappai nell'ultimo romanzo dell'autore giapponese: 1Q84
La lettura della bandella questa volta mi intrigò al punto che lo iniziai a leggere subito, appena lo ebbi portato a casa.
Ne parlerò diffusamente un'altra volta - trattandosi di un romanzo "a puntate", del quale l'editore italiano ancora non si decide a pubblicare la terza e conclusiva parte, non voglio esprimere un parere fino a quando non ne avrò concluso la lettura. 
Anticiperò solo che leggere Murakami è stato stimolante e le sue storie mi hanno suscitato, come i suoi personaggi, sentimenti forti seppure contrastanti. 
Così, in attesa della conclusione di1Q84, sono andata a recuperare a scaffale l'altro romanzo di Murakami Haruki, L'uccello che girava le viti del mondo per l'appunto, un bel tomo di oltre 800 pagine e ne ho iniziata la lettura.


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L'uccello che girava le viti del mondo

Un numero di pagine infinito, praticamente... 
A seconda delle edizioni (se hardcover o paperback), se cartaceo o elettronico, il romanzo di Murakami è comunque uno scritto molto, ma davvero molto voluminoso. Mi fa venire in mente i grandi romanzi dell'Ottocento (quelli di Dostoevskji per intenderci) che erano scritti in un momento della storia umana nella quale il "tempo" aveva ancora un grande valore. E quindi il lettore disponeva di "tempo" per seguire le idee creative di autori che non risparmiavano un capitolo o un paragrafo neanche per idea!

Oggi, invece, abbiamo tutti un pessimo rapporto con il "tempo", o meglio: nel tempo di cui disponiamo siamo sollecitati a fare, ad approfondire, a cercare, a vedere, ad ascoltare... un miliardo di sollecitazioni ogni giorno ci investono, e scegliere è davvero difficile. Selezionare a cosa dedicare il nostro tempo è già di per se impegnativo, e decidere poi di impiegarlo nella lettura di un romanzo può sembrare anacronistico, fuori moda, avulso da questo nostro mondo contemporaneo.

Ma né Murakami nè i suoi lettori/estimatori sembrano aver voglia di porsi il problema e quindi eccoli alle prese con un romanzo di oltre 800 pagine, lui a scriverlo e loro  leggerlo con entusiasmo.
E io... con loro!


Ho iniziato a leggere L'uccello che girava le viti del mondo durante un ricovero in ospedale per un piccolo intervento. 
Ovviamente amici e failiari mi avevano consigliato una lettura stupida, disimpegnata... Ma io frequento da abbastanza tempo il mio cervello per sapere che di fronte a una lettura leggera si sarebbe distratto, e sarebbe andato tortuosamete a pensare a quanto mi aspettava...
Così, con il mio bel tomo, mi sono cominciata a leggere la creazione di Murakami aspettando l'operazione e "godendomi" la permanenza nella camerata dell'ospedale dove ero ricoverata.
(segue==»)

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